Durante la giornata di oggi, il gruppo Campari renderà pubblici i conti 2014 e le decisioni in merito all’ammontare del dividendo 2015.
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Campari titolo da vendere secondo Ubs
Stamattina la banca svizzera Ubs ha deciso di bocciare il titolo Campari, partendo dalla considerazione principale che il settore del beverage viene giudicato a premio del 40% rispetto al mercato europeo e che quindi potrebbe sottoperformare su base relativa. In realtà, sono ormai più di tre mesi che le azioni Campari evidenziano un andamento lateral-ribassista dopo che il 17 ottobre scorso avevano toccato i livelli più alti di sempre a 6,545 euro. Oggi il titolo Campari perde l’1,77% a 5,55 euro, ma ha toccato finora un bottom intraday a 5,47 euro.
Campari vende Punch Barbieri
Campari ha ceduto il noto Punch Barbieri alla Moccia, per una cifra pari a 4,45 milioni di euro. Una operazione che agli analisti è apparsa abbastanza anomala, visto e considerato che Campari, nel corso degli anni, si è contraddistinta per una politica di acquisizioni societarie piuttosto evidente, che le ha consentito di poter accrescere ulteriormente la propria quota di mercato. Secondo la società, invece, non si tratta né di un cambio di strategia né di un disimpegno rispetto agli impegni assunti, quanto solo della volontà di potersi concentrare sui marchi che – evidentemente – vengono considerati maggiormente prioritari.
Come investire in borsa nel 2013 secondo Citigroup
Il 2013 è iniziato all’insegna degli acquisti sui principali mercati azionari mondiali, grazie al miglioramento della crisi finanziaria in Europa, al calo degli spread e alle politiche monetarie ultra-espansive delle grandi bance centrali (Fed e BoJ in primis). Secondo gli esperti di Citigroup, le strategie di investimento sull’azionario sono attualmente influenzate da due driver: il ricavo e i prezzi dei titoli. Secondo Hasan Tevfik, global equity strategist nel gruppo Strategy&Macro di Citigroup, “in questo momento i mercati azionari rappresentano una buona opportunità d’investimento”.
Terminata l’Opa di Campari su Lascelles
Campari ha avviato l’Opa sulle azioni Lascelles all’inizio del mese di novembre: ora si è giunti alla fase conclusiva di tale operazione e, dopo una proroga del termine di qualche giorno, è stato annunciata proprio oggi la chiusura con successo dell’offerta pubblica di acquisto che la celebre spa milanese attiva nel settore delle bevande ha messo a punto per acquisire in contanti tutti i titoli azionari emessi dal gruppo giamaicano del rum (la Lascelles deMercado & Company Limited per la precisione). In pratica, bisogna fare riferimento sia alle azioni ordinarie che a quelle privilegiate della compagnia caraibica.
Campari emette bond dopo ben tre anni
La Davide Campari-Milano Spa ha provveduto a emettere i suoi primi bond dopo ben tre anni di attesa: il ritorno alle cessioni obbligazionarie da parte del gruppo lombardo è stato reso possibile dalla rinnovata domanda di debito dagli investitori, i quali sembrano essere interessati alle proposte che si possono trovare nelle nazioni europee più indebitate. Entrando maggiormente nello specifico, c’è da dire che la società milanese ha venduto quattrocento milioni di euro in titoli che giungeranno a scadenza tra sette anni; in realtà, gli stessi investitori finanziari avevano scommesso fortemente su un ammontare dodici volte superiore, come messo in luce dalla stessa Campari nel comunicato ufficiale.
Goldman Sachs taglia rating di Campari, buone notizie invece per Fiat
Giornata contrastata, ma non troppo: Campari ha dato prova di forza nel periodo precedente (sia che si tratti di medio che di lungo) ed ora subisce un secondo “attacco” nel giro di poco tempo; il mese scorso Equita Sim lo metteva nella lista dei titoli non consigliati (secondo un metodo di analisi discutibile) ed oggi arriva il down-grade di Goldman Sachs; la banca d’affari ha tagliato il rating da neutral a sell con target price a 5.1 euro.
Gli analisti hanno spiegato che il prezzo attuale (5.445 euro in questo momento) non rispecchia le opportunità di crescita. Nel lungo periodo il titolo comunque si è dimostrato vincente, ed a parlare sono i numeri visto che la crescita è stata costante e la tenuta al periodo di crisi quasi esemplare; di certo comunque la banca di investimenti si riferiva ad una correzione di breve periodo che potrebbe accompagnare il titolo fino a 5.1 euro offrendo un’opportunità di acquisto nel caso in cui a Novembre verranno presentati i nuovi obiettivi dopo la trimestrale.
Nella giornata di oggi Campari è l’unico titolo negativo del Mib e perde al momento l’1%; nei giorni precedenti il prezzo è sceso da 5.775 a 5.40 ma in termini relativi la discesa è stata nettamente migliore dell’indice di riferimento, visto che il bottom del 26 Agosto non è stato rivisto. Altra prova di forza quindi che contrasta con il taglio del rating, ma l’evoluzione dell’indice potrebbe effettivamente spingere Campari verso il basso, anche se la situazione diventerà critica solo sotto a 5 euro.
Campari: dividendo 2010 confermato
Il Consiglio di Amministrazione di Davide Campari-Milano S.p.A., a valere sull’esercizio 2010, ha deliberato per proporre la distribuzione di una cedola in linea con quella pagata lo scorso anno e pari a 0,06 per azione. A darne notizia è il Gruppo quotato in Borsa a Piazza Affari dopo che il CdA si è riunito per esaminare ed approvare i dati di Bilancio 2010, caratterizzati da tutti i principali indicatori di performance cresciuti in doppia cifra. Nel dettaglio, le vendite 2010 di Davide Campari-Milano S.p.A. sono aumentate anno su anno del 15,3% a 1,16 miliardi di euro a fronte di una variazione organica pari a +8,4%. L’Ebitda, prima dei proventi non ricorrenti e degli oneri, è cresciuto del 12,6% a fronte di un Ebit a +13,8% e di un utile netto balzato del 14% a 156,2 milioni di euro. I dati 2010 raggiunti, in accordo con un comunicato ufficiale emesso dalla società, sono frutto sia dell’ottimo trend dei marchi principali, a partire dagli aperitivi, sia della crescita sostenuta conseguita da Davide Campari-Milano S.p.A. nei mercati chiave in cui opera.
Campari acquista nuovi brand di qualità
Irish Mist, Frangelico e Carolans. Sono questi i tre brand che il Gruppo Campari ha reso noto d’aver acquisito nell’ambito del percorso di rafforzamento societario in America, ma anche nei principali mercati internazionali. Al riguardo, il Gruppo Campari ha infatti posto l’accento sul fatto che l’operazione da un lato risulta essere significativa dal punto di vista finanziario, e dall’altro anche caratterizzata da un profilo di rischio alquanto basso. Nel dettaglio, Irish Mist, marca premium, è leader nella categoria dei liquori che sono a base di Irish whiskey, mentre il brand Frangelico risulta essere il leader tra i liquori appartenenti alla categoria delle marche premium specialty; il terzo ed ultimo brand acquisito, Carolans, è invece, secondo quanto messo in risalto proprio dal Gruppo Campari con una nota ufficiale, il secondo Irish cream liqueur di livello mondiale.
Campari: primo semestre 2010 molto positivo
Si è chiuso tutto in crescita il primo semestre di quest’anno per il Gruppo Campari. Il Consiglio di Amministrazione della società, riunitosi nella giornata di ieri, mercoledì 4 agosto 2010, ha infatti approvato la relazione finanziaria al 30 giugno 2010, caratterizzata innanzitutto da un balzo delle vendite del 16,7% a 515,7 milioni di euro a fronte di un utile netto cresciuto del 15,2% a 69,3 milioni di euro. Tra gli altri indicatori di performance, Davide Campari-Milano S.p.A. chiude i sei mesi con un Ebitda, prima dei proventi e degli oneri non ricorrenti, in crescita del 17,9% a 128,6 milioni di euro; stesso tasso di crescita anche per l’Ebit, attestatosi nel periodo a 116 milioni di euro, a fronte di un margine di contribuzione balzato del 18,5% a 209,5 milioni di euro. I buoni risultati della società, in accordo con una nota emessa da Campari, si spiegano sia con il mix positivo delle vendite, sia con il consolidamento relativo all’acquisizione di Wild Turkey e con il confronto con il primo semestre 2009 i cui indicatori di performance erano stati fortemente condizionati dalla crisi finanziaria.