Nuovo capitolo dell’infinita storia di Alitalia: ora i sindacati richiedono una nuova governance in azienda al fine di proteggere i lavoratori ed indirizzare in modo migliore l’operato relativo alla vendita del vettore: è stato chiesto in Commissione speciale del Senato da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl, ascoltati sul Dl di proroga Alitalia.
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Alitalia, decisione rimandata: altri pretendenti?
Si conclude con un “niente di fatto” per il proseguimento delle trattative in esclusiva per la vendita di Alitalia ma al contempo entra in gioco perlomeno un’altra pretendente: si tratta della compagnia aerea low cost ungherese Wizz Air.
Depositare i risparmi in un conto deposito, è la soluzione preferita dagli italiani
Sul mercato c’è di nuovo tanta incertezza ma le stime parlano di un secondo semestre positivo per i mercati finanziari. Stando a quanto riportato da CorrierEconomia, le Borse potrebbero crescere, il reddito fisso potrebbe dare qualche rendimento in più, destreggiandosi tra titoli governativi di Italia e Spagna, obbligazioni societarie ad alto rischio, bond in valuta dei paesi emergenti. Queste sono le visioni emerse per la seconda metà dell’anno da un sondaggio cui hanno partecipato 26 tra direttori investimenti e fund manager di società italiane e internazionali attive in Italia.
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Sono sicuramente visioni ottimistiche, tenendo conto dell’odierno andamento dell’economica in Italia e dei mercati finanziari in generale. A far temere di più, infatti, secondo gli esperti, la situazione di blocco dell’economia, la prospettiva di deflazione, e i rischi geopolitici. E in questo contesto piuttosto altalenante, i più propensi al rischio possono rivolgersi su obbligazioni e su azioni, mentre per chi vuole essere più cauto è sicuramente meglio preferire i conti deposito per collocare la propria liquidità.
Stando a uno studio condotto da CorrierEconomia, è emerso che optare per un conto deposito è conveniente per importi sotto i 5.000 e sopra i 18.000 euro, e in particolar modo per i conti che non prevedono un canone annuo. Le migliori offerte del mese disponibili sono il Conto Yellow di CheBanca!, che ha canone pari a zero fino alla fine del 2014 (poi azzerabile), che dà un tasso pari all’1,50% lordo sopra i 25.000 euro; e il Conto Freedom Più di Banca Mediolanum, con canone azzerabile, che dà l’1,85% lordo sulle somme che superano i 15.000 euro.
Investire nella nuda proprietà
La nuda proprietà viene vista sempre più come una buona opportunità di investimento. Questo e’ quel che pensa la maggior parte delle persone che acquistano un immobile in questo modo stando a quanto riscontrato da un’indagine svolta dall’ufficio studi Tecnocasa. L’ufficio studi Tecnocasa ha convogliato lo studio sulle nude proprieta’, per capire chi predilige acquistare casa in questo modo e quali sono le motivazioni di fondo che spingono a tale scelta. Stando ai numeri raccolti, nel 71,5% dei casi chi opta per la nuda proprieta’ ha un’eta’ compresa tra i 35 e i 64 anni e spesso porta a termine la transazione per garantire una casa ai figli.
Più del 70% degli acquisti di nuda proprieta’, in effetti, troverebbe motivazioni nella volonta’ di effettuare in questo modo un investimento a lungo termine, mentre percentuali non essenziali sono quelle che interessano gli acquisti di prime case (25,8%) e case per vacanze (3,2%).
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Interessanti anche i risultati degli studi per quel che riguarda le motivazioni che spingono invece a vendere la nuda proprieta’ del proprio immobile. almeno la meta’ dei venditori (46,8%) e’ spinto dal bisogno di liquidita’ (volonta’ di conservare il tenore di vita, volonta’ di aiutare i figli nell’acquisto dell’abitazione); nel 37,8% dei casi invece è interesse di portare migliorie alla propria qualita’ abitativa e l’8,1% dei venditori e’ spinto a tale scelta dal mutamento della propria struttura familiare.
Il maggior numero di transazioni di unita’ abitative in nuda proprieta’ interessa i trilocali (30,8%), seguiti dai bilocali (29,2%) e dagli appartamenti di quattro locali (16,9%).
La crisi Ucraina spinge i capitali russi in Europa
Gli investitori mondiali continuano ad andare via dalla Russia e, a dirlo, come scrive Ambrose Evans-Pritchard in un editoriale pubblicato sul Telegraph, è la stessa Bce.
L’Eurotower ha avvisato che la fuga di capitali dalla Russia dal principio della crisi ucraina potrebbe essere molto più alta di quanto stimato dal Cremlino, a riprova di come le sanzioni e la paura di vedere messe in futuro misure ancora più restrittive stiano danneggiando gravemente l’economia russa.
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“Stiamo assistendo a flussi in uscita molto significativi (dalla Russia), che sono stati stimati nell’ordine di 160 miliardi di euro”, ha detto Mario Draghi, senza precisare la fonte dei numeri. È l’equivalente di $222 miliardi, contro isoli $51 miliardi resi noti dal ministro delle finanze russo. Il dato è riferito al primo trimestre ed è destinato ad aumentare, dal momento che nelle ultime settimane pochi progressi sono stati fatti sul fronte Russia-Ucraina. Draghi ha anche sottolineato che la fuga di capitali è stata uno dei motivi che ha fatto salire il rapporto di cambio euro/rublo, motivo che ha complicato ancor di più la politica monetaria della Bce.
“I numeri resi noti da Draghi sono un ammontare enorme e se sono corretti indicano che la Russia è nei guai molto più di quanto si pensi – ha commentato al Telegraph Tim Ash, di Standard Bank – Si tratta della stessa intensità di flussi in uscita a cui abbiamo assistito alla fine del 2008 dopo la crisi di Lehman”.
La situazione è così grave che Chris Weafer, di Macro Advisory a Mosca, ha evidenziato che il danno finanziario sofferto da Mosca nelle ultime settimane può essere stato tale da spingere il Putin a attenuare le pressioni sull’Ucraina.
I migliori investimenti in caso di deflazione
Secondo molti economisti, che hanno analizzato il ciclo economico, la grande crisi che ha interessato in maniera generalizzata tutti i Paesi ma soprattutto le economie degli stati occidentali, potrebbe aver raggiunti il suo apice, e proprio il 2014 sarebbe indicato da molti esperti come l’inizio di una, seppur lieve, ripresa.
Italia presto fuori dalla crisi – Monti
L’Italia uscirà presto dalla crisi. E ancora, la ripresa c’è ma non si vede: è dentro di noi. Due dichiarazioni che il premier Mario Monti, in versione straordinariamente ottimista, ha elaborato in una recentissima intervista concessa a Tg Norba 24, dove conferma le prospettive di un recupero dell’economia e della produttività italiana, ricordando come appena un anno fa il Paese abbia rischiato di essere concretamente travolto dalla crisi finanziaria, esattamente come accaduto alla Grecia. Oggi, invece, il tricolore può essere issato tra i Paesi che decidono. Ma è davvero così?
Incontro Merkel – Samaras
La cancelliera tedesca Angela Merkel cerca la quadratura del cerchio nella gestione della crisi greca. “Vorrei che la Grecia resti nell’euro” – ha dichiarato infatti la Merkel, per poi aggiungere tuttavia che “ci aspettiamo che attui gli impegni presi e che alle parole seguano i fatti”. Pronta la risposta del premier greco Antonis Samaras, che rimane sulle sue posizioni, ribadendo come la Grecia riuscirà a farcela, ma come ad Atene occorra più tempo. Negoziati che non hanno prodotto nessun risultato, in attesa della pubblicazione dei report da parte della troika.
Grecia supera Spagna nella disoccupazione Giovani
Allarme disoccupazione; in tutta Europa ci sono sempre meno posti di lavoro e le ripercussioni nel breve e nel lungo termine potrebbero avere risvolti catastrofici. La Grecia supera la Spagna sulla disoccupazione giovanile, con un dato spaventoso pari al 52,7% tra gli under 25. Nella disoccupazione generale “primeggia” ancora la Spagna con il 24,3% confermato a Maggio 2012. Ad aprile secondo l’Eurostat, i giovani disoccupati erano pari a 5426 milioni, con differenze marcate tra gli stati (in Germania ad esempio il dato è pari al 7.9%).
I dati dell’Eurostat mettono ancora una volta in evidenza uno dei pilastri fondamentali della crisi attuale; insieme ai problemi legati al credito (che in qualche modo derivano sempre dall’occupazione) quello della disoccupazione è il secondo punto cardine da risolvere per rilanciare l’Eurozona.
Nokia chiude in rosso il primo trimestre
Risultati peggiori delle attese per Nokia, che deve fare i conti con un primo trimestre difficilissimo. Le Borse Europee hanno sofferto dopo il recupero di Gennaio, trascinando al ribasso i listini e peggiorando la situazione generale. Il calo dei consumi ha inciso poi particolarmente sui settori legati ai prodotti tecnologici e la frenata potrebbe ripercuotersi anche nei mesi a venire. Nello specifico poi Nokia ha visto un rallentamento generale degli acquisti dopo che i leader del settore della telefonia si sono affermati con prodotti vincenti legati ad iOs ed Android.
Il rosso di Nokia è pari ad una perdita netta di 929 milioni di euro solo nel primo trimestre del 2012. Il responsabile delle vendite ha annunciato le sue dimissioni a partire da fine Giugno. L’amministratore delegato parla poi del prodotto di punta di Nokia, ovvero Lumia; lo smartphone sviluppato insieme a Microsoft non ha convinto al 100% il pubblico, che si divide in modo netto. Mentre in certi mercati le vendite sono state superiori alle aspettative, in altri sono state decisamente deludenti.
Lottomatica pronta a sbarcare in Irlanda?
La questione Irlandese pur essendo delicata è ben distante dalla situazione della Grecia; per quanto il Paese sia ora in difficoltà e lo sciopero Generale di qualche giorno fa’ ha aggravato la situazione, sembra che il Governo riesca ancora a prendere decisioni importanti e volte al riacquisto della fiducia e della stabilità. I 90 miliardi di debito presso il Fondo Monetario Internazionale sono una “zavorra” notevole per la ripresa, ma l’intenzione è sicuramente quella di uscire a testa alta da questo periodo difficile e lo dimostra la presa di posizione di oggi. Il Governo ha deciso di privatizzare la lotteria; da questa operazione vuole ricavare circa 600 milioni di euro per affidare in gestione tramite appalto tutto il sistema delle lotterie.
Spagna sull’orlo del collasso?
Situazione difficile in Spagna. Secondo Rehn (Commissario Europeo agli Affari Monetari): La Spagna è in una situazione molto difficile. Ma dall’altra parte il Paese ha molti punti di forza e ora è importante che continui con coerenza a migliorare la sostenibilità delle proprie finanze pubbliche e stimolare le riforme che aiuteranno la crescita economica e l’occupazione nel Paese.
Con queste parole fa’ il punto della situazione a Copenaghen nell’incontro con i ministri delle Finanze. E mentre gli investitori si preoccupano sull’andamento dello spread con il Bund tedesco, nel Paese esplode lo sciopero che a detta degli stessi manifestanti, è un’urlo sordo.
Debito pubblico record in Spagna
Torna la paura dei debiti sovrani? Forse si. la BCE e tutta l’Unione Europea ha appena iniziato a risolvere, forse in via definitiva finalmente, la crisi della Grecia, approvando i piani di aiuti e chiedendo in cambio delle riforme precise, e fino a qualche minuto fa’ sembrava che tutto andasse per il meglio. Proprio nel momento in cui l’Euro abbassa la guardia arriva invece una nuova minaccia ed ha un nome già conosciuto: Spagna. Il debito pubblico sfiora il nuovo record; il rapporto tra debito pubblico e PIL è salito oltre il 68.5% rispetto al 61.2% nello stesso periodo dell’anno precedente.
A dire il vero anche in questo senso nessuno si aspettava un miglioramento, ma la notizia supera comunque le stime precedenti e rimette in gioco le precisioni. Alla luce dei nuovi dati il debito pubblico è previsto in salita per tutto il 2012.
Equita Sim consiglia: azioni per resistere alla nuova recessione
Tanti sono i consigli degli istituzionali, dei personaggi famosi e delle banche d’affari in questo momento di grande tensione per la paura dell’avvio di una nuova fase di crisi globale. Anche Equita Sim non si tira indietro ed esegue un test sul listino italiano per trovare quei titoli che, nell’eventualità di un nuovo crollo dei listini, hanno più probabilità di tenere il prezzo di Mercato riducendo le perdite al minimo. Ovviamente la ricerca mette in evidenza anche quei titoli da evitare assolutamente, ed i risultati sono molto interessanti; tra i consigliati per la rotazione del proprio portafoglio troviamo Pirelli, Prysmian, Eni (sempre tra le preferite) Telecom Italia (anche se qui avremo da ridire) e Atlantia.
Al contrario, gli analisti sconsigliano vivamente di avere in portafoglio Ansaldo Sts, Danieli, Saipem, Campari, Marr, Tod’s, Diasorin, Recordati e Save perchè in caso di nuova recessione saranno quelli più esposti alle vendite.