Il governo dello Sri Lanka ha deciso di emettere un titolo obbligazionario a tre anni per un importo complessivo di oltre 121 milioni di dollari: il bond in questione beneficerà inoltre di un rendimento che sarà superiore di quattrocento punti base rispetto al Libor (London Interbank Offered Rate) a sei mesi, come è stato confermato dallo State Debt Office locale. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che la nazione asiatica ha provveduto a mettere a disposizione sessanta milioni di dollari in obbligazioni per la cessione vera e propria, anche se poi le offerte che sono ricevute hanno raggiunto una cifra doppia come si è avuto modo di capire.
denominazione in dollari
Lo Zambia lancia il proprio eurobond
Sull’onda delle buone ed efficaci politiche economiche che sono state attuate nel corso del 2011 dal Movement for Multi-Party Democracy (meglio conosciuto con l’acronimo Mdd), il governo dello Zambia ha adottato una decisione finanziaria importante: la nazione africana ha infatti garantito l’emissione di un bond internazionale da 750 milioni di dollari, uno strumento finanziario necessario per sostenere il finanziamento del budget interno, senza dimenticare gli investimenti da realizzare nel settore delle infrastrutture. Si tratta, a conti fatti, di un eurobond piuttosto interessante, nonostante le evidenti influenze da parte del mondo politico, con eccessive accuse per quel che riguarda gli interventi finanziari.
Il Brasile punta sui bond denominati in dollari
Ci si sta chiedendo spesso ultimamente come investire nei paesi emergenti nel secondo semestre del 2012: ebbene, una opportunità è stata messa a disposizione oggi da uno dei cardini del gruppo Bric, il Brasile. Nel dettaglio, la nazione sudamericana ha provveduto a emettere 1,25 miliardi di dollari in titoli obbligazionari, per quella che è la prima vendita debitoria internazionale dallo scorso mese di gennaio. I bond in questione prevedono una scadenza nel 2023 (undici anni di durata per la precisione) e un rendimento iniziale pari a 2,625 punti percentuali, come annunciato in via ufficiale dal Dipartimento del Tesoro brasiliano.
Dopo quattro mesi la Turchia torna ai bond in dollari
Il governo turco sta offrendo per la prima volta da quasi quattro mesi titoli obbligazionari denominati in dollari: in questo modo, la nazione anatolica ha la possibilità di riaprire una precedente scadenza di lungo termine, vale a dire quella prevista per il 2041, dopo che i rendimenti sono scesi a uno dei record più bassi in assoluto. La vendita sta beneficiando della gestione da parte di banche importanti come Morgan Stanley, Goldman Sachs e Deutsche Bank. Si è parlato dei ritorni economici in declino e in effetti questi ultimi hanno perso ben 108 punti base da gennaio a oggi, mentre la giornata di ieri è stata caratterizzata da un lieve recupero, appena cinque punti base.
L’Indonesia pianifica per giugno e dicembre i suoi nuovi sukuk
Il Ministero delle Finanze dell’Indonesia ha espresso la propria intenzione di emettere circa un trilione di rupie (106,38 milioni di dollari) nel corso della prossima asta di sukuk: quest’ultima, infatti, è prevista per il 12 giugno, quindi tra meno di una settimana, una opportunità che si preannuncia appetibile e interessante. Le intenzioni del dicastero indonesiano sono quelle di pianificare nel dettaglio dei titoli obbligazionari a sei mesi e ovviamente rispettosi delle leggi della Shariah; in aggiunta, non dovrebbero mancare nemmeno dei sukuk pensati appositamente per finanziare alcuni progetti infrastrutturali, con le scadenze più diverse (2018, 2022, 2027 e 2037 per la precisione).
Borsa Italiana: lunedì sarà lanciato un Etc sull’oro fisico
Sarà compito di Borsa Italiana dare il benvenuto lunedì prossimo a un nuovo Etc che promette di sfruttare al massimo le performance dell’oro fisico che si trova in territorio svizzero: il lancio ufficiale a Piazza Affari è infatti previsto per il 14 maggio, mentre la società emittente sarà Etfs Metal Securities Limited, da sempre attiva, come suggerisce anche il nome, nella strutturazione di prodotti finanziari che hanno a che fare con i metalli. In questo caso, si avrà a che fare con un Exchange Traded Commodity (il codice Isin di riferimento è JE00B588CD74) con un programma ben preciso per quel che concerne la preziosa materia prima.
I bond del Vietnam hanno il miglior rendimento dell’Asia
I bond vietnamiti denominati in dollari sono gli strumenti finanziari che hanno conseguito i maggiori guadagni nel corso di quest’anno nel continente asiatico: il motivo è presto spiegato, visto che il primo ministro Nguyen Tan Dung ha da tempo dichiarato guerra all’inflazione, accrescendo allo stesso tempo le riserve di valuta estera, favorendo in questa maniera la domanda per le azioni. I titoli in questione hanno garantito agli investitori un rendimento piuttosto consistente, pari a dieci punti percentuali, come mostrato chiaramente dagli indici di Hsbc. I ritorni economici di altre nazioni asiatiche sono ben lontani da questo livello, con le obbligazioni indiane che hanno superato di poco il 7%, mentre quelle cinesi sono poco al di sotto del 5%.
Russian Railways si affida a un nuovo bond decennale
La Russian Railways ha sottoscritto una emissione obbligazionaria piuttosto corposo e dall’importo totale di un miliardo di dollari: il lancio in questione risale a due giorni fa ed ha come obiettivo il sostegno da richiedere ai mercati internazionali nei confronti della Federazione Russa. La compagnia ferroviaria, la quale è detenuta per il 100% del suo capitale dallo Stato, ha deciso di puntare su una scadenza pari a dieci anni, seguendo idealmente da vicino quanto era stato emesso nei giorni scorsi dal governo di Mosca, con i sette miliardi di dollari che hanno raggiunto la vetta della quotazione maggiore di bond per quel che concerne uno dei principali mercati emergenti a livello internazionale.
Brasil Telecom emette bond decennali denominati in dollari
Brasil Telecom Sa, una delle sussidiarie del gruppo brasiliano attivo nelle telecomunicazioni Oi, ha provveduto a emettere 1,5 miliardi di dollari in titoli obbligazionari decennali: la vendita in questione ha riguardato i mercati americani del credito ed è per questo motivo che l’importo totale è denominato in moneta verde. Secondo quanto annunciato dal direttore finanziario della società sudamericana, Alex Zornig, la risorse reperite all’estero dovrebbero ritornare utili per alcuni tra i più importanti scopi aziendali, in particolare l’estensione del profilo debitorio della stessa compagnia. Un numero crescente di gruppi brasiliani si sta cimentando con questi bond sin dall’inizio del 2012, alla ricerca di un rinnovato interesse da parte degli investitori nei confronti dei mercati emergenti.
Le Filippine emettono bond a 25 anni per sostenere l’economia
Il governo delle Filippine ha emesso dei bond a venticinque anni e denominati in valuta americana per un totale complessivo di 1,5 miliardi di dollari: l’intento è chiaro e inequivocabile, la nazione asiatica punta a irrobustire la propria spesa e a sostenere la crescita economica nel 2012. I titoli in questione, previsti in scadenza nel 2037, hanno cominciato la loro esperienza finanziaria con un rendimento pari a cinque punti percentuali, un dato che va confrontato con il prezzo iniziale, vale a dire il 5,25%. Tra l’altro, bisogna anche sottolineare come Standard & Poor’s abbia rivisto al rialzo l’outlook di Manila, con il debito che attualmente viene valutato con il rating BB.
Indonesia, buon andamento per i sukuk a sette anni
L’Indonesia ha provveduto a vendere un miliardo di dollari in bond islamici, con un rendimento complessivo (4%) che rappresenta il 50% di quello fissato nel 2009, quando vi fu il debutto assoluto nel mondo dei sukuk: inoltre, questi prodotti beneficiano di un tasso di due punti percentuali inferiore a quello dei nostri titoli di Stato, dunque potrebbe rappresentare un ottimo supporto per gli investimenti della nazione asiatica. La scadenza che è stata scelta in questo caso è quella a sette anni, quindi gli strumenti in questione giungeranno a maturazione nel 2018. La quotazione di due anni fa, invece, venne caratterizzata da un importo complessivo di 650 milioni di dollari, una scadenza inferiore (cinque anni) e un ritorno economico pari all’8,8%.
Pdvsa punta sui bond in dollari per risanare il debito
Petroleos de Venezuela Sa, compagnia sudamericana meglio nota con la sigla Pdvsa, potrebbe ripagare una parte del debito da tre miliardi di dollari attraverso l’emissione di titoli obbligazionari denominati in moneta verde: l’operazione riguarda da vicino la banca centrale venezuelana e potrebbe essere portata a compimento entro la fine di quest’anno. Il colosso in questione, celebre per la sua produzione di petrolio, darà quindi vita a un collocamento privato di bond, tentando di far fronte al forte buco di bilancio che la contraddistingue. I termini della transazione, quindi il rendimento, la scadenza e le eventuali tranche, sono ancora oggetto di negoziati tra le parti, ma dovrebbero comunque essere rese note a breve.
Il Venezuela quota a sorpresa un nuovo bond
Il Venezuela offrirà tre miliardi di dollari di titoli obbligazionari destinati al mercato locale: il paese sudamericano è infatti intenzionato a ricercare nuovi finanziamenti di spesa e a venire incontro alla domanda di valuta straniera dei propri investitori. Tra l’altro, le vendite complessive di bond denominati in moneta verde nel corso di quest’anno aumenterà in tal modo fino a 7,2 miliardi di dollari. Il governo di Caracas focalizzerà la propria attenzione su titoli a quindi anni (la scadenza è stata infatti fissata al 2026) e su un ritorno economico piuttosto elevato, in quanto sarà pari a 11,75 punti percentuali. Le due opzioni appena menzionate dovrebbero consentire di ottenere un pagamento in bolivar al tasso di cambio di 4,3 bolivar per ogni singolo dollaro.
Mongolia, il bond in dollari finanzierà ferrovie e miniere
La Mongolia è la vera regina finanziaria delle emissioni obbligazionarie asiatiche: lo stato dell’Asia centrale ha infatti premuto con forza sul pedale dell’acceleratore dei bond, più precisamente quelli denominati in dollari. L’obiettivo di tale offerta è quello di mettere a disposizione nuovi strumenti in valuta americana in una data prossima, in modo da riuscire a finanziare in modo specifico alcuni settori, tra cui l’industria mineraria, oltre alla costruzione di ponti, strade e ferrovie. Il presidente Tsakhia Elbegdorj è dunque intenzionato a collegare perfettamente le obbligazioni in questione al mondo delle infrastrutture. La sottoscrizione riguarda prodotti per cinquecento milioni di dollari: un raffronto importante potrà essere quello con il bond decennale dello Sri Lanka, nazione che ha puntato su un importo complessivo pari a un miliardo di dollari, nonostante un rating non proprio altissimo da parte di Moody’s, vale a dire B1.