Il 2013 sarà l’anno del sukuk tunisino

Il continente africano e la finanza islamica sono sempre più vicini: un esempio molto chiaro è quello relativo alla Tunisia, nazione che ha già approntato la bozza relativa al budget statale per quel che riguarda il 2013. Ebbene, proprio queste misure saranno sostenute e finanziate dai sukuk, i bond islamici che rispettano la legge della Shariah. Volendo essere ancora più precisi, l’importo previsto dovrebbe essere di un miliardo di dinari tunisini (poco meno di mezzo miliardo di euro per la precisione). L’annuncio è giunto direttamente da Slim Besbes, ministro delle Finanze del paese africano, sottolineando come si tratti di una parte integrante dello sviluppo di una piattaforma legale per la finanza in questione.

Perchè la finanza islamica non decolla in Italia?

Si potrà pensare quello che si vuole, ma la finanza islamica rappresenta un fenomeno in continua ascesa: vi sono ancora molte differenze dal punto di vista geografico, con l’intera Africa settentrionale e il continente europeo che non sembrano capire di cosa si tratta, mentre l’intera Asia è già ben abituata, con degli esempi di successo che hanno messo in luce dei rendimenti superiori a quelli messi a disposizione dagli istituti di credito. Gli ultimi dati aggiornati in questo senso si possono estrapolare da un’analisi condotta da Monte dei Paschi di Siena, la quale ha voluto sottolineare soprattutto come il Vecchio Continente sia ancora poco avvezzo a investimenti finanziari di questo tipo. L’unica eccezione è forse rappresentata dalla Gran Bretagna, con l’Irlanda che ha cominciato a interessarsi in maniera convinta.

Secondo fondo comune per Al Hilal Bank

È tutto pronto per il secondo fondo comune di investimento gestito dalla Al Hilal Bank: si tratta di uno strumento a reddito fisso per l’istituto di Abu Dhabi, il quale ha dato vita a una struttura che sarà ben aperta, con il periodo dell’offerta iniziale che durerà per circa un mese proprio dalla giornata di oggi. Gli investitori coinvolti, inoltre, potranno contare su una sottoscrizione minima di ben diecimila dollari, mentre ogni singola unità finanziaria avrà a disposizione dieci dollari complessivi, uno degli importi più bassi del mercato. In pratica, il ruolo della banca araba sarà quello di sponsorizzare il fondo stesso.

Anche l’Azerbaigian si avvicina al mondo della finanza islamica

C’è posto anche per la repubblica dell’Azerbaigian nel vasto mondo della finanza islamica: lo stato eurasiatico intende infatti allinearsi al Kazakistan per quel che concerne l’introduzione di strumenti finanziari rispettosi della legge della Shariah. Le previsioni più attendibili parlando dei mesi autunnali come quelli probabili per il lancio in questione, con l’impegno in prima persona della Banca Internazionale, il principale istituto di credito del paese. Si tratta della conferma che la nazione azera si sta evolvendo parecchio da questo punto di vista, anche se in maniera lenta. Nel dettaglio, la International Bank of Azerbaijan aprirà a breve un proprio ufficio specializzato proprio nell’offerta di servizi bancari islamici, in modo da venire incontro alla maggioranza della popolazione, la quale è di religione musulmana sciita.