Il timore della Grexit influisce ogni giorno di più sui mercati, i quali stanno cadendo per colpa delle vendite indiscriminate lanciate dai fondi e dai grandi speculatori internazionali.
Grecia
Rating Grecia in rialzo
Proprio ieri parlavamo delle nuove regole sui rating, e proprio lunedì scorso il governo greco guidato da Samaras aveva lasciato intendere la volontà di tornare sul mercato obbligazionario nel corso del 2014, garantendo così buone prospettive circa le concrete possibilità del Paese di uscire presto dalla profondissima crisi nella quale è caduta. Ebbene, che si tratti o meno di una coincidenza, Fitch ha appena rialzato il rating di lungo termine di un notch, portandolo da CCC a B-, con outlook stabile.
East Capital consiglia di investire nei Balcani
Quest’anno la maggior parte dei gestori di fondi di investimento punta deciso sulle borse, allo scopo di spuntare rendimenti “reali” accettabili in un contesto di financial repression con tassi reali negativi. Quindi, via i bond e largo alle azioni. Da un punto di vista geografico, l’equity europeo piace perché sottovalutato ma risente ancora della fragilità dell’economia; Wall Street ha molte chance per battere i massimi assoluti toccati nel 2007; Cina e Giappone sono idee che stuzzicano la fantasia di molti, ma non quanto i mercati emergenti.
Italia rapporto debito/pil al 127,3% nel terzo trimestre 2012
Il crollo del pil e l’incremento costante dell’indebitamento pubblico sono le cause principali dell’exploit del fatidico rapporto debito/pil, che in Italia continua a crescere pericolosamente attestandosi sui valori più alti al mondo. Secondo quanto emerge dalle ultime rilevazioni dell’Eurostat, il rapporto debito/pil dell’Italia è salito al 127,3%. E’ il secondo più alto in Europa dopo la Grecia, che evidenzia un ratio al clamoroso livello del 152,6%. I dati si riferiscono al terzo trimestre del 2012. A novembre scorso il debito pubblico dell’Italia aveva toccato un nuovo record a 2.020,668 miliardi di euro.
Proroga buy-back Grecia
Il premier Greco Samaras ha definite un “successo” il programma di buy-back, il piano di riacquisto dei titoli di Stato, prorogato fino a stanotte con l’obiettivo di ridurre di 20 miliardi di euro l’esposizione del Paese. Una proroga di 24 ore, utile per permettere a banche e investitori di consegnare bond di Atene incassando tra i 30 e i 40 centesimi per ogni euro di valore facciale dell’obbligazione. Negli auspici di Samaras, la Grecia dovrebbe spendere 10 miliardi per rilevare 30 miliardi di esposizione del paese, riducendola così di 20 miliardi netti.
Salvataggi Grecia e Spagna
Spagna e (soprattutto) Grecia sono a un passo, o quasi, dal richiedere nuovi interventi di salvataggio. Le due nazioni ci tengono, tuttavia, a distinguere i propri comportamenti, con il governo iberico che cerca di smentire le indiscrezioni seconod cui la richiesta di salvataggio sarebbe praticamente imminente. A dare una mano al governo Rajoy sono anche le istituzioni comunitarie, che per raffreddare i bollenti spiriti che si aggirano intorno a Madrid, hanno precisato come “se mai dovesse arrivare”, la richiesta di salvataggio non avverrà nel breve termine.
Incontro Merkel – Samaras
La cancelliera tedesca Angela Merkel cerca la quadratura del cerchio nella gestione della crisi greca. “Vorrei che la Grecia resti nell’euro” – ha dichiarato infatti la Merkel, per poi aggiungere tuttavia che “ci aspettiamo che attui gli impegni presi e che alle parole seguano i fatti”. Pronta la risposta del premier greco Antonis Samaras, che rimane sulle sue posizioni, ribadendo come la Grecia riuscirà a farcela, ma come ad Atene occorra più tempo. Negoziati che non hanno prodotto nessun risultato, in attesa della pubblicazione dei report da parte della troika.
Crisi Grecia, Germania accorcia i tempi
Il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Scheuble è tornato a intervenire sul fronte della crisi greca, ricordando come “più tempo non sia la soluzione ai problemi”, in riferimento a quanto domandato dal primo ministro di Atene Antonis Samaras, che sta attualmente concludendo il suo giro di negoziati nel vecchio Continente per cercare di ottenere due anni in più per applicare il piano di risanamento indotto dalla troika. Secondo il ministro tedesco l’Eurozona avrebbe già raggiunto il limite “sostenibile economicamente” per aiutare la Grecia.
Crisi Grecia, il tempo è scaduto
Il premier greco Antonis Samaras continua ad esser protagonista indiscusso della settimana. Il primo ministro di Atene sta infatti conducendo una serie di colloqui con i massimi esponenti politici e monetari del vecchio Continente, al fine di ottenere più tempo per applicare le riforme richieste dalla troika. Tuttavia, almeno per il momento, i sostanziali negoziati non sembrano esser arrivati a un punto di svolta, e le voci oppositrici – che vorrebbero un atteggiamento più netto e duro dell’Europa nei confronti della Grecia – continuano ad aumentare.
Euro in dubbio secondo Schaeuble
Il ministro delle Finanze tedesco è intervenuto ancora sulla vicenda del salvataggio della Grecia, ponendo in serio dubbio le possibilità che Atene possa realmente farcela. Il ministro di Berlino alimenta pertanto nuove polemiche, invitando esplicitamente i governi a pensare a una “exit strategy nel caso in cui le iniziative per risolvere la crisi dovessero fallire”. Dichiarazioni colte al balzo dal presidente dell’Eurogruppo, Jean–Claude Juncker, che ammette che – tecnicamente – l’uscita della Grecia dall’euro potrebbe esser possibile. Cosa accadrà domani, alla riapertura dei mercati?
Stop rinvii piano austerity Grecia
Per il tramite di un portavoce, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha posto il veto sulla possibilità di nuovi rinvii per il piano di austerity della Grecia. “Per il governo tedesco” – afferma infatti il massimo vertice berlinese – “vale l’accordo preso da Atene con Ue, Fmi e Bce”. In altri termini, nessuna apertura in merito alla possibilità di dilazionare ancora l’austerity, contrariamente a quanto aveva invece lasciato intendere il ministro degli Esteri. Ma cosa accadrà ora alla Grecia? Quanto si è avvicinata, con questa presa di posizione, l’uscita di Atene dall’euro?
Pil Grecia secondo trimestre 2012
Come noto, se c’è un Paese che più di altri sta soffrendo, numericamente, gli impatti della crisi economico finanziaria, questo è la Grecia. Atene continua a subire bruschi scossoni, e nel corso del secondo trimestre del 2011 ha dovuto fare i conti con l’ennesimo passo indietro, che rischia di minare alla base gli sforzi compiuti per rispettare i requisiti stabiliti dalla Troika, finalizzati all’ottenimento dei nuovi aiuti. L’obiettivo è risparmiare 11,5 miliardi di euro attraverso tagli da deliberare nel brevissimo termine. Nel frattempo, il Tesoro vara un’asta a tre mesi, per poter rimborsare 3,2 miliardi di euro di bond Bce in scadenza.
Troika in Grecia Lunedì prossimo
Troika in Grecia già Lunedì prossimo; come annunciato, il passo successivo per la questione “Atene” è il sopralluogo del triumvirato composto da Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale e Commissione Europea.
Mentre Lagarde sprona UE e BCE a trovare soluzioni “creative ed inventive”, la Germania risponde duramente criticando implicitamente l’operato e l’atteggiamento sostenuto fin’ora dalle istituzioni Europee:
Abbiamo già discusso degli strumenti. Ora è il momento di agire, non di discuterne ancora. Non abbiamo bisogno di discutere tutto il tempo di nuovi strumenti
Grecia supera Spagna nella disoccupazione Giovani
Allarme disoccupazione; in tutta Europa ci sono sempre meno posti di lavoro e le ripercussioni nel breve e nel lungo termine potrebbero avere risvolti catastrofici. La Grecia supera la Spagna sulla disoccupazione giovanile, con un dato spaventoso pari al 52,7% tra gli under 25. Nella disoccupazione generale “primeggia” ancora la Spagna con il 24,3% confermato a Maggio 2012. Ad aprile secondo l’Eurostat, i giovani disoccupati erano pari a 5426 milioni, con differenze marcate tra gli stati (in Germania ad esempio il dato è pari al 7.9%).
I dati dell’Eurostat mettono ancora una volta in evidenza uno dei pilastri fondamentali della crisi attuale; insieme ai problemi legati al credito (che in qualche modo derivano sempre dall’occupazione) quello della disoccupazione è il secondo punto cardine da risolvere per rilanciare l’Eurozona.