Le spedizioni di caffè dall’Indonesia, più precisamente dall’isola di Sumatra (nella parte meridionale del paese asiatico), sono calate di ben quaranta punti percentuali nel corso del mese di marzo. La performance negativa in questione è dovuta soprattutto al fatto che le scorte sono esaurite, non certo un evento da trascurare, visto che si sta parlando della principale regione per quel che riguarda le coltivazioni della commodity in quello che è il terzo produttore al mondo (vedi anche In calo la produzione di caffè robusta del Vietnam).
Indonesia
Asta infruttuosa di sukuk per l’Indonesia
C’è sempre una prima volta e anche l’Indonesia ha dovuto imparare a memoria questo modo di dire: la nazione asiatica non è riuscita a raggiungere il target necessario per la propria asta di sukuk, un evento che non si verificava dallo scorso mese di ottobre (vedi anche L’Indonesia emette il suo terzo sukuk sovrano). In questa occasione, gli acquirenti hanno richiesto rendimenti ancora maggiori di quelli proposti dal governo di Giacarta, in modo da compensare l’inflazione e il suo ritmo crescente. Il Ministero delle Finanze è riuscito a vendere questa settimana 1,05 trilioni di rupie indonesiane (circa 140 milioni di euro) in bond islamici a cinque e ventiquattro anni, mentre invece l’obiettivo prefissato era pari a 1,5 trilioni.
L’Indonesia emette il suo terzo sukuk sovrano
Il governo dell’Indonesia ha deciso di mettere a disposizione il suo terzo bond islamico: questo sukuk, il cui importo complessivo per quel che concerne l’offerta è pari a un miliardo di dollari, beneficia di una scadenza classica per il tipo di strumento di cui si sta parlando, vale a dire dieci anni, anche se a voler essere davvero precisi, bisogna sottolineare che si tratta di una porzione di un programma più ampio, il cui ammontare è almeno tre volte superiore. La scelta del governo di Giacarta conferma in maniera evidente come sia utile e conveniente investire in obbligazioni asiatiche a fine 2012.
L’Indonesia pianifica per giugno e dicembre i suoi nuovi sukuk
Il Ministero delle Finanze dell’Indonesia ha espresso la propria intenzione di emettere circa un trilione di rupie (106,38 milioni di dollari) nel corso della prossima asta di sukuk: quest’ultima, infatti, è prevista per il 12 giugno, quindi tra meno di una settimana, una opportunità che si preannuncia appetibile e interessante. Le intenzioni del dicastero indonesiano sono quelle di pianificare nel dettaglio dei titoli obbligazionari a sei mesi e ovviamente rispettosi delle leggi della Shariah; in aggiunta, non dovrebbero mancare nemmeno dei sukuk pensati appositamente per finanziare alcuni progetti infrastrutturali, con le scadenze più diverse (2018, 2022, 2027 e 2037 per la precisione).
I due nuovi Etf di Lyxor guardano all’Indonesia e alla Thailandia
Lyxor, vera e propria società leader per quel che riguarda il segmento degli Exchange Traded Fund (Etf), sta focalizzando le proprie attenzioni sul continente asiatico: in effetti, il mese di gennaio è stato davvero proficuo in questo senso e si è arrivati già alla terza quotazione italiana della compagnia. Si tratta, nello specifico, dei due fondi che sono collegati ai titoli azionari di due mercati emergenti, vale a dire l’Indonesia e la Thailandia. L’esposizione che viene consentita dai prodotti in questione, il Lyxor Etf Msci Indonesia (il codice Isin di riferimento è FR0011067511) e il Lyxor Etf Thailand (FR0011067529), è molto interessante e senza dubbio andrà a stuzzicare l’interesse di diversi investitori.
Indonesia, buon andamento per i sukuk a sette anni
L’Indonesia ha provveduto a vendere un miliardo di dollari in bond islamici, con un rendimento complessivo (4%) che rappresenta il 50% di quello fissato nel 2009, quando vi fu il debutto assoluto nel mondo dei sukuk: inoltre, questi prodotti beneficiano di un tasso di due punti percentuali inferiore a quello dei nostri titoli di Stato, dunque potrebbe rappresentare un ottimo supporto per gli investimenti della nazione asiatica. La scadenza che è stata scelta in questo caso è quella a sette anni, quindi gli strumenti in questione giungeranno a maturazione nel 2018. La quotazione di due anni fa, invece, venne caratterizzata da un importo complessivo di 650 milioni di dollari, una scadenza inferiore (cinque anni) e un ritorno economico pari all’8,8%.
Indonesia: 2,5 miliardi dalla vendita di bond in dollari
L’Indonesia è riuscita nell’intento di vendere titoli obbligazionari denominati in dollari per un ammontare complessivo di 2,5 miliardi: tra l’altro, le scommesse erano tre volte superiori a questa cifra, una conferma del forte appetito che c’è attualmente per le economie in via di sviluppo, in special modo quelle asiatiche. I bond in questione avranno una scadenza decennale (la data è stata fissata al mese di marzo del 2021), con un rendimento pari al 4,875%. Le scommesse degli investitori citate in precedenza avevano invece raggiunto i 6,9 miliardi di dollari. C’è comunque da dire che le emissioni di debito da parte di nazioni emergenti sono aumentate di ben dieci punti percentuali in questo 2011, attestandosi a un volume complessivo di 265 miliardi di dollari; il governo di Giacarta, inoltre, può vantare un deficit di bilancio che rappresenta lo 0,6% del prodotto interno lordo.
Deutsche Bank, i nuovi Etf soddisfano tutti i gusti
Deutsche Bank, istitutori credito tedesco che vanta una leadership importante a livello nazionale ed europeo, ha deciso di venire incontro a diverse esigenze degli investitori finanziari: l’offerta di Exchange Traded Fund da parte dell’emittente di Francoforte sul Meno è infatti molto diversificata e si caratterizza per un unico punto comune, il classico marchio X-trackers. Di quali proposte si tratta? Anzitutto, si può cominciare con l’Etf che andrà a osservare da vicino le performance dell’indice S&P 500: il codice Isin di riferimento è LU0490619193, con investimenti mirati nelle società americane ad alta capitalizzazione (le cosiddette “blue chip”) e una commissione di gestione annua che è stata fissata allo 0,30%.
Indonesia: perdite record per i sukuk a causa dell’inflazione
Non c’è pace per le obbligazioni islamiche dell’Indonesia denominate in dollari: questi sukuk, infatti, sono stati protagonisti della seconda settimana consecutiva di ribasso, la quale fa seguito a un calo record fatto registrare nell’ultimo trimestre del 2010, la conseguenza più evidente dell’inflazione che sta attanagliando la nazione asiatica. Ovviamente, questo fattore sta condizionando l’ottimismo e la fiducia degli investitori nei confronti del credito del paese. Volendo essere più precisi, c’è da dire che il rendimento del bond indonesiano con scadenza ad aprile del 2014 si è attestato attorno all’8,8% con una perdita pari a 68 punti base, secondo una stima effettuata da Royal Bank of Scotland; di contro, vi è stata anche una domanda extra per il debito relativo alla Malesia.