ThyssenKrupp Ag, primo produttore d’acciaio di tutta la Germania e tristemente noto nel nostro paese per il grave incidente accaduto a Torino nel 2007, ha deciso di emettere 1,25 miliardi di euro in bond: si tratta, per la precisione, della prima offerta di queste dimensioni da almeno un anno a questa parte, giustificata dal rallentamento degli alti ritorni economici in tutto il continente europeo. Il gruppo teutonico ha scelto una scadenza quinquennale, dato che il titolo obbligazionario in questione giungerà a scadenza ad agosto del 2019 e sarà quotato con un rendimento che è superiore di 290 punti base (+2,9%) al tasso swap, come è stato spiegato e sottolineato da persone informate della trattativa.
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Mizhuo ha ancora fiducia nei derivati
Mizhuo Financial Group, la terza banca del Giappone per quel che riguarda le dimensioni, sta pianificando nel dettaglio la propria espansione relativa al settore degli strumenti derivati: tale novità dovrebbe riguardare, nel dettaglio, il territorio statunitense, come è stato sottolineato da John Koudounis, presidente e amministratore delegato della divisione americana. In pratica, l’istituto di credito nipponico sta focalizzando la propria attenzione sul business in questione, dopo aver notato che la piattaforma globale dei derivati ha fatto registrare una crescita importante, nonostante gli errori e i dissesti degli ultimi anni.
I junk bond approdano in Cina
Nel corso della decade degli anni Settanta, il Dow Jones Industrial Average riuscì a raggiungere quota ottocento punti, con poche offerte azionarie e molte compagnie indebitate che non avevano la possibilità di emettere titoli obbligazionari: questo voleva dire che le piccole e medie imprese avevano rare opportunità di accedere al capitale per finanziare la crescita dei loro business. Il successivo sviluppo dei cosiddetti junk bond (i “bond spazzatura”, per intenderci quelli maggiormente a rischio default) ha finito per trasformare questo stesso accesso a cui si è appena fatto riferimento, tanto che i bassi rating delle compagnie non impediscono le emissioni obbligazionarie.
Fortescue Metals emette nuovi junk bond
Fortescue Metals Group Limited è uno dei principali emittenti di junk bond, per la precisione il più grande di tutta l’Australia: in effetti, il gruppo di East Perth, oltre che nell’estrazione di ferro è specializzato anche nei cosiddetti “titoli spazzatura”, obbligazioni dal rendimento elevato e dall’alto rischio per l’investitore. Non è quindi un caso, se questa stessa compagnia oceaniana si sia cimentata in una nuova cessione di questo tipo, vale a dire 1,5 miliardi di dollari con una scadenza fissata nel 2019 e il denaro da utilizzare per il finanziamento di alcune operazioni minerarie. L’interesse che Fortescue è disposta a pagare in tale occasione è pari all’8,25%, una percentuale davvero molto alta.
Warner Music pianifica l’ultimo bond prima del rilevamento
La Warner Music Group Corporation è nota a tutti per le sue attività di registrazione nel campo musicale, ma forse non si ricorda adeguatamente che questo stesso colosso sta per essere acquisito da Access Industries Holdings, la creatura del miliardario russo Leonard Blavatnik: l’ultima eredità della compagnia americana è una emissione obbligazionaria, una vendita da 1,05 miliardi di dollari e ad altissimo rendimento. Nel dettaglio, questa cessione dovrebbe riguardare 150 milioni di dollari relativi ai titoli in scadenza nel 2016 (dunque quinquennali) e con un ritorno economico pari al 9,5%, mentre altri 695 milioni andranno a riguardare i bond in scadenza nel mese di ottobre del 2018 e gli ultimi duecento milioni si riferiranno alla scadenza di ottobre del 2019, anche se termini e condizioni ufficiali non sono ancora stati decisi.
Chrysler, maxi offerta di bond ad alto rendimento
Il gruppo Chrysler e il mercato dei bond non riescono a stare lontani l’uno dall’altro. La casa automobilistica di Auburn Hills ha infatti deciso di tornare nuovamente a questo specifico segmento finanziario con una delle maggiori offerte degli ultimi due anni: si tratta di una proposta che va a riguardare direttamente i titoli ad alto rendimento e che dovrebbe essere in grado di rifinanziare i prestiti contratti. La società americana si è vista costretta ad accrescere l’offerta obbligazionaria fino a un totale di 3,5 miliardi di dollari, un incremento che ha coinvolto anche i tassi di interesse dei prestiti a sei anni. Secondo gran parte degli analisti, le modifiche in questione dovrebbero essere le più adatte per stabilizzare le trattative attualmente in corso. Chrysler, la quale fa parte del gruppo Fiat, deve far fronte a un debito piuttosto consistente, quindi ci si è rivolti al mercato più propizio in questo preciso momento storico; i bond saranno equamente suddivisi tra le scadenze a otto e dieci anni, con la quotazione effettiva prevista per la giornata di domani.