London Metal Exchange: il rame fa ben sperare per una ripresa

Le ultime performance del rame presso il London Metal Exchange non sono certo state tra le più brillanti nel comparto dei metalli: le quotazioni risultano ancora troppo base e i segni di debolezza si sono manifestati soprattutto nella difficoltà di riuscire a chiudere a 9.700 dollari la tonnellata. Nonostante queste continue e pericolose oscillazioni, però, il rosso metallo sta facendo ben sperare per una sua risalita a breve, tanto che c’è chi è pronto a scommettere su soglie molto superiori rispetto a quelle attuali. Tra l’altro, la piazza britannica è caratterizzata per delle numerose vendite di liquidazione, eventi che provocano di solito delle discese di prezzo di non poco conto.

Nuovo record dello stagno: superati i 30mila dollari

È senza dubbio lo stagno il protagonista principale del segmento dei metalli: il bianco elemento è stato infatti capace di mettere a segno una performance fenomenale al London Metal Exchange, superando in scioltezza i 30.000 dollari per tonnellata di quotazione e realizzando quindi un record importante. Tra l’altro, il rally in questione viene favorito dalle decisioni del governo dell’Indonesia, paese leader nelle esportazioni. In effetti, Giacarta è pronta a limitare l’export nel caso di rialzi superiori a quello attuale, dato che si prevedono investimenti ed estrazioni piuttosto consistenti (il limite più probabile sarà quello delle 100.000 tonnellate all’anno). Ogni stima è stata revisionata e ritoccata a causa proprio di queste performance, ma bisogna anche tenere conto che il 2010 dello stagno non è stato uno degli anni migliori, condizionato in larga misura dal clima avverso e da una crisi già radicata.

Materie prime: a Londra ottimo rialzo del piombo

Le performance attuali delle materie prime sono piuttosto altalenanti, quindi appare difficile effettuare una scelta di investimento finanziario rispetto a un’altra: i timori relativi ai conti pubblici dell’area dell’euro sono ancora molto forti, dunque questo fattore, unito all’indebolimento dell’euro nei confronti del dollaro, ha provocato una brusca marcia indietro. Soltanto i metalli più preziosi, vale a dire quelli che si lasciano meno influenzare dai ribassi valutari, sono riusciti ad attenuare le perdite, ma si è trattato di un’eccezione che ha confermato la regola. Le commodities agricole, poi, sono state ancora caratterizzate da una fortissima volatilità, pertanto non deve stupire più di tanto il gran numero di cessioni in tale settore: i cali più evidenti sono stati quelli dello zucchero (sia grezzo che raffinato), del cotone (oltre i due punti percentuali), del mais, del riso e del grano.

Metalli: rally del rame grazie al debole franco svizzero

La recente crescita del rame può definirsi da record: la speculazione ha sicuramente favorito il progressivo recupero di questa materia prima, a tutto beneficio dei contratti futures che ne osservano da vicino le performance, ma si tratta di un rally che dovrebbe continuare anche nel 2011. Tra l’altro, in queste specifiche quotazioni si inserisce anche una questione valutaria, visto che il franco svizzero ha subito un brusco declino nello stesso periodo. Entrando maggiormente nel dettaglio statistico, occorre sottolineare come il rame abbia guadagnato 0,7 punti percentuali, espandendo la propria crescita fino a un +27% totale nel 2010, mentre la divisa elvetica si è deprezzata dello 0,4% nei confronti dell’euro. Secondo Michael Smedley, manager presso la Morgan Meighen & Associates di Toronto, il continuo avanzamento dei metalli di base dimostra la forza della crescita economica internazionale, oltre al tortuoso business relativo alle scorte.

Alluminio: ancora discussioni accese sulla nascita del nuovo Etf

Il London Metal Exchange sta vivendo un momento davvero importante e improntato a una fortissima euforia: non deve dunque stupire se i comparti che stanno beneficiando in misura maggiore di tale entusiasmo siano quelli dei metalli non ferrosi, visto che proprio questi ultimi sono stati in grado di porre in essere la migliore performance da tre mesi a questa parte (addirittura se si considera lo stagno, allora il discorso deve essere riferito all’ultimo biennio finanziario). La “corona” in tal senso spetta senza ombra di dubbio all’alluminio, il quale è riuscito a guadagnare ben 6,5 punti percentuali soltanto nell’ultima settimana di contrattazioni, segnando, tra l’altro, l’incremento più importante dell’intera piazza britannica. Che cosa ha provocato, nello specifico, questo rialzo così importante? Anzitutto, non bisogna tralasciare il ruolo svolto dall’International Aluminium Institute, il quale ha parlato espressamente di un calo di scorte commerciali tra maggio e giugno e di maggiori consumi nel lungo termine.

Commodities: cali per oro e cacao, meglio puntare su riso e grano

granoIl punto di riferimento per quel che riguarda le principali esportazioni commerciali di questo momento è rappresentato senza dubbio dal mercato della Cina; non è un caso, infatti, che l’ex Impero Celeste abbia fatto registrare nel corso del mese di maggio un incremento pari a ben cinquanta punti percentuali, un dato che in molti si aspettavano (in primis gli analisti economici), ma che si è rivelato un ottimo sostegno a tutti gli altri mercati. Un fattore aggiuntivo che ha agevolato notevolmente il comparto delle commodities e il loro relativi investimenti finanziari è stato poi rappresentato dalla ripresa dell’euro nei confronti delle altre valute, un recupero che ha spinto verso l’alto i prezzi del settore in questione. D’altro canto, occorre anche tenere presente che i livelli raggiunti ormai dal petrolio, in particolare la tipologia West Texas Intermediate, sono impressionanti, dato che è stata superata quota 76 dollari al barile. Lo stesso discorso vale anche per i metalli di tipo non ferroso, eccezion fatta per lo zinco che è calato leggermente nel corso delle ultime contrattazione al London Metal Exchange, a fronte di guadagni medi compresi tra l’1,5% e il 2% da parte degli altri prodotti.

 

Il recupero del rame promette dei buoni investimenti per il futuro

rameLa settimana che si sta per concludere è stata caratterizzata da un interessante e fondamentale recupero da parte del rame: il London Metal Exchange ha infatti assistito a variazioni giornaliere piuttosto consistenti, con forti vendite e frenate della stessa ampiezza. Cosa è successo esattamente e come si possono interpretare tali performance in termini di investimenti finanziari? Il calo più intenso è stato provocato essenzialmente da una decisione del governo tedesco, il quale ha proibito la vendita allo scoperto di azioni di banche e di obbligazioni governative: Berlino intendeva soltanto sostenere l’euro, ma il risultato è stato anche una crescita dei timori tra gli operatori della piazza londinese, tanto che le vendite hanno avuto il sopravvento. Però, non si tratta dell’unico fattore influente, visto che anche le prestazioni delle azioni statunitensi e delle giacenze di catodi in rame non hanno avuto un effetto benefico sul materiale.

 

Investire sui metalli industriali a capitale protetto

lme_ringGli investimenti sul settore dei metalli industriali degli ultimi anni sono stati costituiti dal lancio sul mercato di alcuni interessanti prodotti a capitale protetto, i quali agivano principalmente su un paniere costituito da due o più metalli: tra i prodotti ancora in quotazione possiamo sicuramente citare i Commodity Daily Win di JP Morgan, vale a dire dei certificati indicizzati a un basket cosiddetto “equiponderato” di quattro materie prime (rame, nickel, alluminio e piombo) quotate al London Metal Exchange e che offrono alla scadenza la protezione totale del capitale che è stato investito durante la fase dell’emissione. Il rendimento, in questo caso, viene fornito da una cedola variabile lorda pari al 7%, pagabile ogni sei mesi in via posticipata: essa deve essere applicata al capitale solamente per quei giorni in cui il paniere è riuscito a mantenersi al di sopra della soglia dell’85% (la percentuale scende all’80% per il certificato con codice Isin XS0300622486) del suo valore.