Previsioni 2012 per il Soybean: laterale ad ampio range?

Se c’è un fattore che ha spinto molti trader a prendere in considerazione unicamente le commodities per le operazioni di breve e medio periodo è la ripetitività ciclica che caratterizza queste ultime da sempre. Al di là infatti del possibile range di interesse e della posizione assoluta del prezzo anche in relazione ai valori storici, quello che sembra essere un capo saldo del trading sui futures è la stagionalità di certe commodities come proprio il Soybean mostra sul grafico di lungo periodo.

Quello a cui stiamo assistendo fin dagli anni ’50 è lo sviluppo in laterale del prezzo seguito solo in particolarissime fasi economiche da un up-trend che sposta il range di interesse più in alto alzando anche la volatilità (ma tuttavia rispettando le escursioni in termini percentuali). Questo si vede bene nel periodo compreso tra il 1950 ed il 1973, quando il range si è spostato da 100-250 a 300-850. Ancora dopo diversi anni la stessa formazione ha spinto il prezzo del Soybean da quest’ultimo  range fino a 700-1500 che è poi quello in cui ci troviamo ora.

Bolle Speculative: Cotton n°2 vicino ai 200

Con un grafico di poco superiore ai 40 anni che offrono praticamente tutte lecommodities sulle piattaforme gratuite ci si rende conto di quali movimenti sono anomali e quali invece “ordinari”. Se il laterale compreso tra 80 (visto una sola volta nel 1995) ed 1 visto alla fine del 2001 era nella norma nonostante i rialzi ed i ribassi nel tempo sono stati decisamente molto ampi, quello che sta accadendo dal Luglio 2010 non è sicuramente classificabile come “ordinario”.

Il mercato ha disegnato nel tempo swing di vario tipo ma l’ultimo rialzista è sicuramente un’eccezione ai precedenti e potrà ovviamente avere 2 conseguenze; la prima, l’avvio di una nuova fase che darà al Cotton n°2 quotato dall’ICE nuove caratteristiche tecniche che allontaneranno chi sceglie componenti cicliche per il proprio portafoglio a favore di speculatori ed hedge found, visto che questo vorrebbe dire un’aumento della volatilità di lungo periodo che difficilmente i portafogli con rischio medio-basso riusciranno a sopportare.

Commodities: quale scegliere tra Corn, Soybean e Wheat?

L’andamento delle tre commodities più importanti del mercato è strettamente correlato tra loro, anche se più volte su queste pagine abbiamo fatto notare come nonostante la tendenza spesso coincide quello che differisce è l’entità dei movimenti, che è quello che poi fa’ la differenza nella scelta tra una commodities e l’altra.

Attualmente le tre sono ancora strettamente correlate ed i segnali tecnici che vanno a buon fine hanno ripercussioni sulla totalità del mercato, facilitando molto il lavoro sullo studio della tendenza grazie alle conferme multiple.

Nonostante questo ricavare profitti alti non è facile e la scelta sul management del capitale va’ fatta puntando non solo nella giusta direzione ma anche su quella delle tre che ha le previsioni di volatilità più alte. Per assurdo, in questo caso lo studio dello storico funziona al contrario; un periodo di compressione anticipa probabilmente un’uscita direzionale con aumento di volatilità seguito da un movimento direzionale mentre la direzionalità tenderà a trovare un livello statico o dinamico (anche se di bassa angolatura rispetto all’asse del tempo)  intorno a cui sviluppare una fase laterale e di consolidamento dei prezzi raggiunti, per capire se la direzione è giusta o se si tratta di una tendenza secondaria.

Succo di arancia: triplo massimo confermato, ecco i livelli operativi

Il future sul succo di arancia (reso famoso anche dalla celebre pellicola “Una poltrona per due”) è vicino ad un triplo massimo storico. Concedendosi delle tolleranze, visto l’arco temporale in gioco, è la terza volta che il prezzo arriva intorno a 200 per essere spinto verso il basso nuovamente e gli investitori sono sull’attenti per l’immediato futuro.

Nel periodo compreso tra il 1988 ed il 1990 il future è arrivato in zona 200 prima di crollare verticalmente a più riprese fino al bottom raggiunto nel 2004 prossimo a quota 50. Dal minimo relativo è poi iniziata una salita vertiginosa che in pochi anni ha riportato il prezzo nuovamente poco sopra quota 200 ed a seguire, nella classica conformazione a bolla speculativa, il prezzo è nuovamente sceso fin sotto a 70 per poi tornare a 200 a Giugno dell’anno corrente.

Le montagne russe hanno disegnato nel tempo un triplo massimo di lunghissimo periodo che con il crollo avuto nel mese di Agosto viene confermato e mette tutti in guardia sul futuro del derivato; le possibilità sono ancora tutte aperte ma le statistiche lo danno come discendente per l’inizio di una fase bearish di lunghissimo periodo, nonostante la view è in contrasto con il quadro generale del Mercato che vede nelle commodities un ritorno di capitali dovuto alla sfiducia verso l’azionario.

Borsa di Milano: allevatori contro l’economia di carta

Da quando quattro anni fa è scoppiata in America la bolla dei mutui subprime, i Paesi più industrializzati hanno dovuto affrontare sfide difficili. La crisi finanziaria prima, poi quella economica con la recessione, poi quella occupazionale; in ultimo da circa un anno, a più riprese, abbiamo assistito alla crisi dei debiti sovrani con la Grecia a fare sia da apripista, sia da capofila in tale ambito. Con il piano da 160 miliardi di euro per la Grecia, varato nei giorni scorsi dall’Ue e dall’FMI, il Fondo Monetario Internazionale, sembra si sia finalmente arrestata la speculazione; ma quanto durerà? La domanda è d’obbligo visto che l’economia di carta sta nella sostanza uccidendo l’economia reale. 

Come investire sul petrolio e gas

Quello energetico, a partire dal petrolio e passando per il gas, per chi investe sui mercati, rappresenta uno dei comparti più interessanti per redditività nel lungo termine a fronte, chiaramente, dell’assunzione di un rischio/medio alto. Ci sono tra l’altro parecchie strade per investire sul petrolio e sul gas, partendo in particolare dalla sottoscrizione di quote di Fondi Comuni d’investimento settoriali. Ma si può anche puntare sulle azioni di un colosso energetico, magari italiano come Eni, per esempio, o altri player internazionali. Se invece l’investitore vuole mediare il rischio, e quindi puntare sull’andamento business legato alla materia prima energetica, piuttosto che su di una singola azione, allora sono da valutare strumenti finanziari come Etf che sono negoziabili in tutti i giorni di Borsa aperta, che hanno un basso costo di gestione annuo e che, inoltre, non prevedono commissioni di ingresso, di uscita, di sottoscrizione ed anche performance come invece di norma possono esserci per i fondi comuni d’investimento settoriali.

Fondi comuni: JP Morgan punta tutto sulle materie prime

Il nome di JP Morgan Asset Management è più che noto agli investitori finanziari: da oggi lo sarà ancora di più grazie alla nuova offerta della società americana, la quale ha deciso di puntare con decisione sulle materie prime. Di cosa si tratta con esattezza? Lo strumento in questione si chiama JPMorgan Funds-Highbridge Diversified Commodities Fund e altro non è che un fondo comune di investimento che si va a focalizzare direttamente sui prodotti legati alle principali commodities. La struttura del fondo è piuttosto flessibile e diversificata, con una gestione dinamica che si pone come obiettivo principale quello di investire nei maggiori comparti delle materie prime; dunque, l’investitore che sottoscrive il fondo ha la possibilità di cogliere al balzo tutte le più importanti opportunità delle piazze di riferimento, osservando e beneficiando delle performance dei prezzi dei prodotti del settore primario, degli energetici, ma anche delle commodities più preziose.

Il mercato australiano, la nuova frontiera per gli Etf

Non è difficile immaginare i motivi che hanno condotto l’Australia ai vertici dell’economia mondiale, almeno in fatto di crescita: la vasta nazione oceaniana, infatti, può vantare una popolazione pari a ventidue milioni di abitanti, ma soprattutto un prodotto interno lordo pari all’1,2% di quello globale, una cifra davvero impressionante. Le materie prime dominano letteralmente il mercato dei titoli azionari, ragione per la quale gli investitori non possono contare su un portafoglio sufficientemente diversificato, anche perché i soli indici del Pacifico la fanno da padrona, ma comunque occorre tenere a mente dei concetti fondamentali. Anzitutto, chi vuole investire sull’Australia deve ricordare che i cambi valutari rappresentano un rischio molto alto, visto che l’utilizzo del dollaro australiano viene spesso caratterizzato da eccessiva volatilità.

Deposito Oro Vero di Banca Etruria

Per chi punta sugli investimenti alternativi ma “solidi”, in quanto rientranti tra i beni rifugio, Banca Etruria ha ideato “Oro Vero”, il deposito di oro fisico che permette di investire in maniera semplice e sicura nel bene rifugio per eccellenza. Il cliente di “Deposito Oro Vero“, con il Dossier Oro, può andare ad acquistare la proprietà dei lingotti costituiti dal metallo giallo, ed in qualsiasi momento può decidere di rivenderlo monetizzando l’investimento, magari in fasi di mercato favorevoli, oppure ritirare l’oro fisico. Con il Deposito Oro Vero di Banca Etruria, inoltre, il cliente si assicura un triplice vantaggio in quanto l’Istituto di credito funge non solo da custode, ma anche da controparte e da sostituto d’imposta. Banca Etruria è custode in quanto custodisce i lingotti nel proprio caveau a fronte della garanzia di perdita o danneggiamento; è controparte in quanto la richiesta del cliente, ad esempio di monetizzare l’investimento, può essere esaudita in tempo reale da parte della banca visto che c’è certezza sulla bontà del lingotto non essendo mai uscito dal caveau.

Investire in oro con Lyxor

Per investire in oro le soluzioni possono essere sostanzialmente due: comprare oro fisico e tenerlo a casa, o meglio in una cassetta di sicurezza, oppure comprare strumenti finanziari collegati all’andamento sul mercato del metallo giallo. Questa seconda soluzione è per certi versi più comoda visto che la negoziabilità dello strumento, e quindi del sottostante, può avvenire in tempo reale ai prezzi di mercato tutti i giorni di Borsa aperta. Ma in che modo è possibile tutto ciò? Ebbene, sul mercato ETFplus di Borsa Italiana si possono negoziare strumenti finanziari di questo tipo, tra cui il “Lyxor ETN Gold“, con codice ISIN XS0416722857, che è acquistabile sul mercato senza commissioni di ingresso e/o di uscita con la sola eccezione dei costi di negoziazione richiesti dalla propria banca o società di intermediazione mobiliare (Sim). Prima di investire in questo strumento finanziario, come in qualsiasi altro, occorre chiaramente sia leggere con attenzione le note informative, sia accertarsi che l’operazione da effettuare risulti essere perfettamente in linea con il proprio profilo di rischio.

Deutsche Bank quota sei nuovi Etc su petrolio, oro e gas

Agricoltura, gas naturale, petrolio, oro ed energia: sono queste le materie prime che vengono replicate dai nuovi sei Exchange Traded Commodities lanciati oggi da Deutsche Bank sul segmento EtfPlus di Borsa Italiana. A dire la verità, comunque, la vera e propria società emittente responsabile di questa quotazione è Deutsche Bank Etc Index Plc, una delle controllate più attive a livello di investimenti finanziaria dell’istituto creditizio di Francoforte. Analizziamo nel dettaglio tutti questi strumenti, cercando di esaminarne gli elementi più interessanti. Si comincia anzitutto con un Etc “agricolo”, il Db Agricolture Booster Euro Hedged (il codice Isin è DE000A1ED2G8), passando poi per il Db Natural Gas Booster Euro Hedged e il Db Energy Booster Euro Hedged.

Eni sigla in Regno Unito accordo per giacimento Deborah

Nell’Europa nord occidentale in futuro sia la flessibilità del mercato del gas, sia la sicurezza degli approvvigionamenti, potranno aumentare grazie ad un accordo che il colosso energetico italiano Eni ha siglato ed ha annunciato nei giorni scorsi con l’ente demaniale britannico, il Crown Estate. L’accordo, nello specifico, consiste nell’uso, quale sito di stoccaggio, del cosiddetto giacimento Deborah per quello che, in accordo con quanto sottolineato venerdì scorso proprio dalla società del cane a sei zampe con una nota, rappresenta in oltre 25 anni il primo accordo concluso nel Regno unito con l’ente demaniale britannico per i giacimenti esausti offshore su vasta scala.

Settore dell’acciaio: al via il Danieli Innovaction Meeting

Partirà lunedì prossimo, 11 ottobre 2010, fino al giorno 14, il Danieli Innovaction Meeting, un importante ed interessante evento che è stato organizzato dal Gruppo Danieli che per l’occasione, presso il proprio quartier generale, riunirà il gotha mondiale dell’acciaio al fine, tra l’altro, di analizzare le prospettive del comparto e presentare le ultime novità a livello tecnologico. Il Gruppo Danieli, leader al mondo per quel che riguarda la realizzazione di impianti siderurgici, ospiterà a partire da lunedì prossimo oltre 500 persone provenienti da oltre 50 Paesi dopo aver organizzato un evento dello stesso tipo nel 2004; ci saranno i rappresentanti di società del calibro di Nippon Steel Corporation, ArcelorMIttal, l’italiana Marcegaglia e, tra gli altri, anche ThyssenKrupp, China Steel Corporation, di Taiwan, e la società russa Severstal. Danieli con una nota ufficiale ha tra l’altro messo in evidenza come dal 2004 ad oggi molte cose siano cambiate per il settore e non solo per effetto della recente crisi finanziaria ed economica.

Eni rafforza presenza nell’Africa subsahariana

Il colosso petrolifero ed energetico italiano Eni ha reso noto nella giornata di ieri, lunedì 16 agosto 2010, d’aver effettuato il proprio ingresso nella Repubblica Democratica del Congo attraverso l’acquisizione del blocco esplorativo che si chiama Ndunda per una quota pari al 55%. L’accordo, che rafforza la presenza della società del cane a sei zampe nell’area dell’Africa subsahariana, è stato in particolare siglato con Surestream Petroleum, azienda petrolifera britannica. Trattasi di un blocco per il quale sono state già ottenute le necessarie autorizzazioni, e per il quale Eni potrà fin da subito condurre tutti gli studi finalizzati alla completa valorizzazione dell’area. L’intesa raggiunta con Surestream Petroleum, in accordo con quanto fa presente Eni con una nota, è susseguente all’accordo strategico che nell’agosto dello scorso anno è stato siglato con la Repubblica Democratica del Congo nell’ambito della cooperazione e della valorizzazione delle risorse petrolifere nel Paese.