La Mongolia sta incontrando i propri potenziali investitori da pochissimi giorni a questa parte: l’obiettivo è quello di discutere una imminente vendita di un titolo obbligazionario denominato in dollari, anche se la pausa imposta dalle festività americane per il Ringraziamento hanno un po’ bloccato l’iter in questione. Non è la prima volta che si parla del paese dell’Asia settentrionale in relazione a un investimento simile. Ad esempio, alla fine di agosto col fondo di Silk Road si è potuto investire su Mozambico, Myanmar e Mongolia; un precedente che invece non incoraggia alla stessa maniera è quello di oltre un anno fa, quando a ottobre del 2011 la Mongolia cancellò l’emissione di bond in dollari.
Mongolia
Col fondo di Silk Road si investe su Mozambico, Myanmar e Mongolia
Il fattore M è l’elemento peculiare di Silk Road M3 Fund: questo fondo di investimento, infatti, è specializzato su tre nazioni che sono accomunate dalla stessa iniziale, la M per l’appunto, vale a dire la Mongolia, il Mozambico e il Myanmar (il nome ufficiale con cui si identifica la Birmania). Perché proprio queste nazioni di cui non si sente parlare poi tanto spesso? Si sta parlando di paesi che sono caratterizzati da tassi di crescita economica molto alti, un trend agevolato dall’abbondanza di materie prime, una ricchezza che non viene ancora sfruttata in modo integrale.
La Mongolia cancella l’emissione di bond in dollari
Se ne era parlato molto nei mesi scorsi, ma la Mongolia ha ora deciso di rinunciare ai bond denominati in dollari americani, cancellando di fatto l’emissione: il piano in questione, il quale prevedeva dei titoli obbligazionari da lanciare entro quest’anno, non avrà alcun seguito a causa della crescita che si prevede quest’anno per il paese asiatico, circa venti punti percentuali di rialzo, grazie, in particolare, alle esportazioni di carbone. Quindi, l’emissione non viene più ritenuta necessaria ed essenziale. Nel dettaglio, alcune banche internazionali si erano offerte di gestire la vendita di oltre due miliardi di dollari in bond, un importo superiore di addirittura quattro volte rispetto alla cessione di giugno (cinquecento milioni di dollari per la precisione).
Mongolia, il bond in dollari finanzierà ferrovie e miniere
La Mongolia è la vera regina finanziaria delle emissioni obbligazionarie asiatiche: lo stato dell’Asia centrale ha infatti premuto con forza sul pedale dell’acceleratore dei bond, più precisamente quelli denominati in dollari. L’obiettivo di tale offerta è quello di mettere a disposizione nuovi strumenti in valuta americana in una data prossima, in modo da riuscire a finanziare in modo specifico alcuni settori, tra cui l’industria mineraria, oltre alla costruzione di ponti, strade e ferrovie. Il presidente Tsakhia Elbegdorj è dunque intenzionato a collegare perfettamente le obbligazioni in questione al mondo delle infrastrutture. La sottoscrizione riguarda prodotti per cinquecento milioni di dollari: un raffronto importante potrà essere quello con il bond decennale dello Sri Lanka, nazione che ha puntato su un importo complessivo pari a un miliardo di dollari, nonostante un rating non proprio altissimo da parte di Moody’s, vale a dire B1.
Certificates: con Rbs si investe su Mongolia e metalli rari
È diverso tempo ormai che gli investitori internazionali si stanno concentrando con sempre maggiore convinzione sulla Repubblica di Mongolia. La scelta non è casuale: lo stato asiatico sta infatti crescendo in maniera impressionante sia dal punto di vista politico che da quello economico, ragione per la quale si può fare affidamento sulle risorse interne del paese. Ed è stato proprio questo obiettivo a spingere Royal Bank of Scotland a lanciare degli appositi Benchmark Certificates focalizzati sul territorio in cui Gengis Khan cominciò il proprio dominio. In particolare, uno dei certificati più interessanti è quello collegato all’indice Rbs Mongolia Opportunity, il quale replica fedelmente i nove titoli azionari delle principali aziende mongole, soprattutto quelle attive nell’estrazione del rame e dell’oro. Ma l’emittente scozzese non si è limitata esclusivamente alla nazione, ma anche ai metalli e alle terre rare.
Mongolia: 700 milioni di dollari per il debutto dei bond domestici
Il nuovo prestatore economico della Mongolia è stato creato appositamente per dar vita a una importante esperienza dal punto di vista obbligazionario: e in effetti la vendita da parte della nazione asiatica di titoli in valuta domestica (si tratta del tughrik) sta raggiungendo velocemente quota 700 milioni di dollari, con le cessioni vere e proprie che sono state pianificate per partire proprio nel corso di questo mese. I bond in questione beneficeranno di una scadenza a cinque, dieci e quindici anni e la loro emissione durerà fino a settembre. L’istituto a cui fare riferimento, per la precisione, è la Development Bank of Mongolia, banca che ha sede nella capitale Ulan Bator; inoltre, gli strumenti saranno garantiti dal governo, il quale ha fornito il proprio assenso alla vendita. Secondo la stessa banca, fra due settimane al massimo vi sarà un fondamentale meeting tra gli investitori, in modo da concretizzare tutti i piani.
Mongolia: pianificata la prima vendita di bond sovrani
Le emissioni obbligazionarie non conoscono confini e non deve quindi stupire se vanno a coinvolgere anche paesi, per così dire, “inconsueti”: la Mongolia sta pianificando la sua prima cessione di obbligazioni sovrane, tentando di conseguire una somma almeno pari a 500 milioni di dollari e di agevolare l’operato di alcune compagnie nazionali. Come ha specificato Ganhuyag Chuluun Hutagt, viceministro delle Finanze dello stato asiatico, l’intento principale di questa operazione è quello di quotare dei bond che siano in grado di aprire una sorta di finestra privilegiata per le società private. La vendita da parte del governo di Ulan Bator dovrebbe avvenire con tutta probabilità proprio nel corso di quest’anno, ma dipenderà strettamente dall’approvazione del Parlamento.