Le borse americane continuano a inanellare record su record. Ieri, grazie all’ottimo dato sull’occupazione negli Stati Uniti nel mese di parile, c’è stato uno strappo rialzista notevole dei listini azionari d’Oltreoceano che hanno trascinato anche le piazze finanziarie europee. L’indice azionario Dow Jones ha superato per la prima volta nella sua storia quota 15mila punti, toccando il massimo più alto di sempre a 15.009,59 punti. L’indice ha chiuso la seduta con un progresso dello 0,96% a 14.973,96 punti. Da inizio anno l’indice Dow Jones guadagna il 14,3%.
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Majesco rischia il delisting dal Nasdaq
Majesco Entertainment, società editrice americana di videogames, rischia seriamente di non far più parte dei listini del Nasdaq, un pericolo che si ripresenta dopo qualche tempo dalla prima volta. Per quale motivo si dovrebbe estromettere il titolo azionario in questione? Il problema sta tutto nel valore assunto proprio dai singoli strumenti finanziari: il fatto che si sia scesi al di sotto di un dollaro per più di trenta giorni è stato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. A questo punto, il gruppo di Edison, celebre soprattutto per titoli come Psychonauts e Jaws Unleashed, ha a disposizione 180 giorni per superare nuovamente il tetto di un dollaro ad azione, anche se non basterà solamente questo.
Wall Street sale sui massimi più alti da dicembre 2007
Ieri a Wall Street i principali indici azionari americani hanno evidenziato un nuovo strappo verso l’alto, sebbene le trimestrali di ieri abbiano fornito indicazioni negative. L’indice S&P500 è salito fino a 1.485 punti, chiudendo la seduta di borsa con un rialzo dello 0,56% a 1.480,94. L’indice americano è salito sui massimi più alti da dicembre 2007. Bene anche l’indice Dow Jones, che ha chiuso con un progresso dello 0,63% a 13.596 punti, toccando il massimo più alto da ottobre scorso. In rialzo anche il Nasdaq (+0,56%).
Rimborsi Facebook presentati alla SEC
Il Nasdaq si “scusa” al mondo finanziario presentando il piano di rimborso per i sottoscrittori delle azioni di Facebook in quella che è stata l’IPO più fallimentare dei nostri tempi. I problemi tecnici dei primi 30 minuti di contrattazioni di quel “maledetto giorno” sono costate milioni di euro agli investitori che non hanno potuto agire direttamente nè sulle posizioni aperte nè sugli ordini condizionati a mercati.
L’impossibilità di seguire l’evoluzione dell’IPO ha spinto gli investitori ad aprire una causa, accettata da chi si è occupato del collocamento; alle accuse il Nasdaq risponde con un piano di rimborso da 40 milioni di dollari, presentato alla SEC (la “Consob” Americana) per l’accettazione. Quasi 14 miliardi di dollari saranno restituiti in contanti, mentre il resto verrà concordato tra benefit e sconti sulle commissioni sulle prossime transizioni.
Facebook arriverà a 25 dollari?
L’IPO di metà maggio che doveva rilanciare il Nasdaq e l’intero settore hi-tech aprendo nuove strade per il futuro della Borsa continua a rivelarsi uno dei più grandi fallimenti della storia recente.
L’avvio positivo è durato poche ore e subito dopo sono arrivate le vendite, in una giornata che verrà ricordata per i problemi tecnici e per la disonestà di Morgan Stanley (che si è occupata del collocamento) sulla diffusione delle notizie e delle aspettative legate al social network.
Perchè Facebook va’ male in Borsa?
Perchè l’IPO di Facebook è stato un flop totale? Mentre si parla dell’abbandono del Nasdaq da parte del social network, gli investitori continuano ad interrogarsi sulle problematiche legate al titolo che doveva essere la rivelazione dell’anno.
►FACEBOOK POTREBBE ABBANDONARE IL NASDAQ
Con una causa in corso tra gli azionisti e Morgan Stanley la situazione si complica ulteriormente; sembra infatti che il taglio delle stime applicato da quest’ultima non sia stato comunicato per tempo agli investitori, che si sono trovati a prendere decisioni operative su previsioni sbagliate.
Causa al Nasdaq per IPO di Facebook
Durante il collocamento più importante dell’anno il Nasdaq ha avuto problemi tecnici che hanno fermato o reso difficili le contrattazioni per almeno mezz’ora (anche se qualcuno sostiene che anche durante la giornata i problemi si siano ripresentati). Con un po’ di ritardo, gli investitori colpiti dall’IPO più fallimentare che il Nasdaq ricordi alzano la voce, dopo essersi ripresi dallo shock.
L’avvio in borsa del social network più famoso del mondo ha visto una buona mezz’ora di problemi tecnici che, secondo Philip Goldberg, sono costati parecchi soldi agli investitori. Philip è il primo investitore che ha fatto causa ufficialmente al Nasdaq per i problemi sugli inserimenti degli ordini. Secondo quanto presentato al tribunale di Manhattan, l’investitore del Maryland avrebbe tentato più volte invano di cancellare degli ordini, che poi sono stati probabilmente eseguiti ed hanno portato un disagio economico, visto l’andamento controverso del valore delle azioni sul mercato.
Facebook vittima della speculazione?
Quella che doveva essere l’IPO dell’anno si sta lentamente trasformando nel più controverso collocamento della storia di Wall Street. Tanta pubblicità è stata fatta fino alla vigilia dell’avvio degli scambi e quasi sempre si sono raccolte opinioni positive sull’eventuale prospettiva rialzista del social network più famoso ed importante del mondo.
Poi arriva il giorno; quel 18 maggio in cui il Nasdaq ha aperto sulla campanella suonata da Mark in persona con mezz’ora di ritardo, per problemi tecnici. All’inizio, come era stato previsto, l’euforia ha il sopravvento ed in pochi scambi il guadagno diventa enorme. Oltre il 13% sul già eccessivo prezzo di collocamento nelle prime ore, poi cambia il vento. Le vendite rischiano di far crollare il prezzo delle azioni sotto il valore di collocamento, ed anche se a fine giornata questo non si verifica il destino è solamente rimandato.
Flop Facebook -8,4% a Wall Street
Un disastro. La stampa specializzata cerca di spiegare il crollo a Wall Street di Facebook ma nella realtà dei fatti non vi sono scuse per quella che dall’IPO dell’anno si sta lentamente trasformando nella più grande delusione del 2012.
L’imprevedibilità della Borsa ha fatto si che l’Eurozona sia ancora unita nonostante da mesi si predice la sua fine, e che Facebook deludesse milioni di investitori dopo che le previsioni parlavano di numeri da capogiro.
Il collocamento ha deluso fin dall’inizio; le contrattazioni al Nasdaq nel giorno dell’IPO sono iniziate con un ritardo di 30 minuti per problemi tecnici (secondo la stampa) e dopo un’avvio guidato dalla speculazione che ha fatto guadagnare a Facebook un 13% praticamente immediato, è iniziata la discesa, fermata solo dal massiccio intervento da parte delle banche che hanno sottoscritto il collocamento.
Facebook delude in Borsa?
Il mercato ci ha abituato negli ultimi tempi a sorprese e dati contrastanti; si prenda per esempio le emissioni di titoli di Stato in Italia ed in Spagna, dove una buona domanda non riesce più a far scendere i rendimenti come succedeva fino a pochi mesi fa’, ed un buon collocamento non risolve la giornata sul mercato azionario.
Allo stesso modo oltre oceano ci sono sorprese, anche se di diversa entità; l’IPO di Facebook ha lasciato l’amaro in bocca in una buona fetta di investitori, non tanto per l’apertura ritardata delle contrattazioni (per motivi tecnici, secondo la stampa specializzata) quanto per l’andamento delle azioni deludente sotto certi aspetti.
Dopo il collocamento delle azioni di Facebook sul Nasdaq al prezzo di 38 dollari l’una, le contrattazioni hanno spinto al rialzo il prezzo fino a superare il 13% di guadagno in pochissimo tempo. Qualcosa poi è andato storto, secondo la stampa; il prezzo è crollato ritornando in prossimità del valore iniziale, andando poi a chiudere la giornata con un misero rincaro di 0.23 dollari per azione.
Previsioni USA dopo IPO Facebook
Ennesima giornata “rossa” per Piazza Affari; dopo un’avvio incerto le Borse Europee sembravano puntare al ribasso sulla scia negativa della Spagna, ancora in difficoltà per il default di Bankia. I rating di Moody’s sul Paese poi infiammano la discussione, anche se gli analisti dicono che l’intervento era ormai scontato nel prezzo. Dopo qualche ora incerta però il quadro grafico cambia radicalmente e le sorti del close settimanale si affidano unicamente a Wall Street.
Anche se in Eurozona c’è un clima di incertezza, oltre oceano la situazione è ben diversa; l’aria che tira è di speranza, grazie sopratutto all’IPO di oggi attesa ormai da mesi. Il settore hi-tech vede oggi la discesa in campo di un colosso in grado di trainare al rialzo la ripresa, già ben avviata a Wall Street rispetto al Vecchio Continente. L’IPO dell’anno ha numeri destinati ad entrare nella storia; oltre 100 miliardi di capitalizzazione al momento della discesa sul Nasdaq, ed un prezzo per azione che è arrivato direttamente al massimo della forchetta prevista a 38 dollari per azione.
Facebook al debutto in Borsa, Zuckerberg atteso al Nasdaq
Il grande giorno è arrivato e finalmente l’attesa per gli investitori è finita; quanto vale Facebook? Quali sono le prospettive per il futuro? Quanto può arrivare a valere il social network che ha conquistato il mondo intero? Come evolverà la sua posizione nella vita di tutto i giorni? Oggi al Nasdaq si prova a rispondere a queste domande e gli investitori hanno ormai le idee chiare sul da farsi.
Il fondatore, ormai vera e propria star del settore, è atteso nel suo abbigliamento classico; felpa con cappuccio e sorriso stampato, pronto a suonare la campanella del Nasdaq che da’ il via alle contrattazioni. L’uomo del giorno è sicuramente lui; con 104 miliardi di euro di capitalizzazione ed un valore per azione pari a 38 dollari la sua creazione tiene con il fiato sospeso le più grandi istituzioni del mondo, pronte a misurare l’immediata risposta sul mercato per l’IPO dell’anno.
Facebook sul Nasdaq a Maggio 2012
Dalla la presentazione della richiesta presso la Securities and Exchange Commission da parte di Facebook per l’entrata in Borsa sono passati quasi due mesi e l’Ipo è ora prevista per Maggio.
Il colosso si prepara al debutto sul Nasdaq e continua ad implementare la documentazione presso la SEC. Il valore stimato della società è sceso a 93 miliardi di dollari dai 98 di febbraio scorso, anche se Facebook conserva sicuramente la sua “imponenza” nonostante questo.
Oggi sono stati interrotti gli scambi sul mercato secondario; lo stop arriva direttamente dai manager di Facebook, secondo cui probabilmente è meglio evitare di attirare ulteriormente l’attenzione sul Social Network.
Emissione dividendo Apple dopo morte di Steve Jobs
La figura di Steve Jobs è stata senza dubbio decisiva e rivoluzionaria per l’intero settore tecnologico: la sua creatura, la Apple, ha soddisfatto milioni e milioni di consumatori ed era inevitabile che anche la sua morte avesse delle ripercussioni evidenti in molti ambiti. In effetti, dal momento della sua scomparsa, il titolo del colosso di Cupertino ha subito degli sbalzi piuttosto evidenti. Tutto è cominciato proprio lo scorso 5 ottobre, il giorno della morte di Jobs, quando il New York Stock Exchange ha fatto registrare una perdita di terreno molto corposa, ance se poi si è ottenuta una importante compensazione grazie al lancio e alle successive vendite dell’iPhone 5.