Nei giorni scorsi il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è intervenuto per tentare di abbassare i prezzi del petrolio a livello mondiale con lo scopo di evitare potenziali minacce legate alla ripresa degli Stati Uniti: il problema? Secondo la stampa specializzata si tratta di una mossa che ha fallito nel raggiungere il punto.
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Petrolio, prezzo nuovamente vicino ai 30 dollari?
E’ possibile un nuovo crollo del prezzo del petrolio intorno ai 30 dollari? Al momento la situazione del mercato ci mette davanti all’accordo dell’OPEC per tagliare la produzione di petrolio di 1,2 milioni di barili al giorno e altri 11 paesi hanno seguito la stessa linea.
Petrolio destinato a salire nel 2017?
Il petrolio è destinato a salire nel 2017. Ma per quanto tempo? E’ impossibile non tenere da conto che il 2016 è stato caratterizzato da tutta una serie di eventi che hanno influito sul prezzo del greggio. Cosa ci si può davvero aspettare?
Petrolio, nuovo crollo dei prezzi in arrivo?
Dopo il ‘nulla di fatto’ al termine del vertice tra i Paesi OPEC, il prezzo del petrolio si aggira intorno a quota 50 dollari al barile, con il Brent a 50,69 dollari. Nel contempo il Wti americano si attesta a 49,74 dollari.
Quali previsioni di prezzo per le Commodity nel 2014?
In base agli ultimi studi effettuati da ETF Securities, sul segmento delle materie prime il 2014 potrebbe essere a grandi linee quello dove si assisterà ad una svolta molto importante per questa classe di investimento. A sostenere questa tesi è Nicholas Brooks, Head of Research and Investment Strategy di ETF Securities, che illustra come il processo di aggiustamento della Cina da tassi di crescita del PIL del 10-12% a tassi più sostenibili del 7-8% sia giù stato in larga parte assorbito dal mercato.
I migliori Etf per sfruttare gli exploit del petrolio
Il 2012 è stato senza dubbio un anno spettacolare per la produzione petrolifera negli Stati Uniti: la produzione ha raggiunto livelli da record, con l’output del greggio che è salito di ben 779mila barili, fino a 6,4 milioni al giorno grazie ad alcune importanti scoperte. L’Energy Information Administration (Eia) ha già anticipato i dati del 2013 e sono altrettanto positivi, con una produzione che crescerà fino a 7,3 milioni di barili al giorno. Il 2014, poi, vedrà sfiorare questo valore gli otto milioni, come non accade ormai dal lontano 1988.
Quali rischi per i mercati finanziari nel 2013 secondo Deutsche Bank
Il 2013 è partito sotto i migliori auspici con un rally di bond e borse, favorito dal forte appetito per gli asset rischiosi da parte degli investitori internazionali che sono sempre più alla ricerca di rendimenti elevati in un contesto di mercato caratterizzato da tassi reali negativi e sui minimi storici. Secondo gli esperti di Deutsche Bank quest’anno le azioni saliranno mediamente del 10%. Tuttavia, il rischio più grande per gli investitori è quello di sottovalutare alcune variabili-chiave, che potrebbero far invertire bruscamente la rotta sui mercati azionari.
Eni target price alzato da Credit Suisse a 22€
Andamento molto incerto quest’oggi per le azioni Eni, che alla borsa di Milano sono sulla parità a 19,29 euro. Venerdì le azioni del Cane a Sei Zampe erano salite sui livelli più alti da giugno 2008 a 19,59 euro. Oggi è arrivata una promozione dal Credit Suisse, che ha deciso di incrementare il target price a 22 euro dalla precedente valutazione di 20,7 euro. Confermato, invece, il rating “outperform”, ovvero farà meglio del mercato. Da inizio anno il titolo Eni guadagna poco più del 5%.
Petrolio Wti resterà in trading range nel 2013
Secondo la maggior parte degli analisti tecnici il mercato del petrolio resterà volatile anche nel corso del 2013, ma dovrebbe continuare a evidenziare un movimento dei prezzi in trading range, ovvero mostrare un andamento laterale delle quotazioni. E’ ciò che prevede Credit Suisse, ma anche Banca Imi e diversi trader indipendenti specializzati proprio sull’oro nero. Secondo gli esperti di Credit Suisse, il petrolio Wti si muoverà in un range compreso tra 75 dollari e 105 dollari al barile; il petrolio Brent, invece, dovrebbe muoversi tra 85 dollari e 125 dollari al barile.
Commodity migliori e peggiori del 2012
Nel 2012 le principali commodity hanno evidenziato rialzi modesti. Tuttavia, se si osserva l’andamento della media annuale della principale materia prima energetica mondiale e delle più importanti materie prime agricole ci troviamo dinanzi a rincari record. Il petrolio Brent ha chiuso il 2012 con un rialzo molto contenuto del 2,8%. Tuttavia, la quotazione del greggio del Mar del Nord ha mostrato una chiusura d’anno sopra 111 dollari al barile, ovvero la media annuale più alta di tutti i tempi. Inoltre, per il greggio europeo si tratta del quarto anno consecutivo di rincari.
Come investire in commodity nel 2013
Quest’anno le commodity hanno sperimentato diverse velocità. La migliore materia prima è stata il granoturco, che ha sfiorato un rialzo del 30%, mentre il petrolio ha fatto decisamente peggio con un ribasso intorno al 13%. L’oro dovrebbe chiudere il 2012 con un rialzo minimo, anche se ancora in territorio positivo per il dodicesimo anno consecutivo. Per il 2013 c’è grande cautela tra gli addetti ai lavori. Secondo molti analisti tutto ruota intorno all’andamento dell’economia cinese, che per molti è in netta ripresa ma per altri ancora a rischio hard landing.
Petrolio WTI non sarà più riferimento mondiale nel 2013
Il 2013 potrebbe essere l’anno del tramonto definitivo del petrolio WTI come benchmark di riferimento mondiale sui mercati petroliferi. Ormai è da tempo che il petrolio Brent ha sostituito il West Texas Intermediate come riferimento per governi e compagnie petrolifere. Tra l’altro il petrolio WTI tratta da un paio d’anni a sconto rispetto al Brent. Quest’ultimo continua a mantenere una quotazione al di sopra della soglia psicologica dei 100 dollari al barile, mentre il WTI è sotto questa soglia da molte settimane.
Commodities: gli investitori premiano semi di soia e petrolio
Gli investitori finanziari che hanno focalizzato il loro portafoglio sulle commodities hanno provveduto ad accrescere le holding come non accadeva dallo scorso mese di marzo: tutto è spiegabile con il rally sensazionale fatto registrare dal petrolio (ben sei mesi di durata), senza dimenticare il guadagno piuttosto importante dei semi di soia. I futures relativi alle materie prime hanno quindi conquistato 1,3 punti percentuali nel corso di questo mese, con un totale di ben 10,72 milioni di contratti alla data dello scorso 29 agosto.
Petrolio in rialzo insieme a Borse Europee
La positività delle Borse Europee si riflette direttamente sul mercato del Brent, che ha visto in giornata quota 98 dollari per barile prima di ritracciare leggermente il prezzo. La positività in chiusura di ottava non è tale da far considerare agli investitori di breve posizioni overnight, anche se il rialzo lascia pochi dubbi sull’open della prossima ottava.
►PETROLIO BRENT TORNA SOPRA 100 DOLLARI AL BARILE
Mentre sull’azionario Mondiale la situazione è abbastanza chiara ed in particolare in Europa la positività è tale da trascinare al ribasso lo spread, diversa è la situazione sul Brent;