Intelligenza artificiale, necessario investire su formazione

L’intelligenza artificiale sta toccando diversi ambiti lavorativi. Ma fatica a decollare in alcuni. Il problema? Quello più sentito senza dubbio la mancanza di esperti.

I problemi legati all’intelligenza artificiale

E non è una criticità da nulla, se pensiamo che sono moltissime le aziende che vogliono investire in tal senso ma non riescono nemmeno a trovare tutte le unità necessarie per la gestione di questo ambito. Si è parlato tanto di intelligenza artificiale per quel che concerne la possibilità che togliesse del lavoro.

In questo momento di transizione digitale, in realtà il vero problema sta nel fatto che non vi siano abbastanza persone per poter affrontare il cambiamento. E questo mette le aziende nella condizione di dover investire sulla formazione di queste figure specializzate. Rimane comunque il fatto che le statistiche ci raccontano che la transizione digitale italiana è a rischio di rallentamento proprio perché manca personale qualificato.

Si parla di circa 699.000 lavoratori necessari, dei quali le industrie sono riuscite a trovarne solo la metà. Attenzione: non si parla solo di intelligenza artificiale, ma anche di Internet of things a livello industriale, data analytics, big data, cloud computing, blockchain, realtà aumentata e virtuale.

Piccole e medie imprese in maggiore difficoltà

Le piccole e medie imprese sono quelle che hanno più difficoltà a coprire questi posti dove le competenze digitali sono necessarie. E se in qualche modo la formazione universitaria o comunque extra scolastica non riescono a fornire il capitale umano necessario, tocca alle imprese cercare di abbattere questo divario. Sono tra il 50% e il 60% di media i posti legati all’intelligenza artificiale che rimangono scoperti per via della mancanza di personale.

Ed è un problema che non si può sottovalutare, soprattutto in un momento in cui in tutto il mondo l’intelligenza artificiale sta prendendo piede. E nell’ambito produttivo la sua applicazione potrebbe essere in grado di dar vita a progetti più specifici e curati in merito a tantissimi settori di prodotto. Soprattutto se unito a un corretto approccio di conoscenza e gestione del consumatore.

Questo per quanto riguarda i beni e i servizi. In campo sanitario, ad esempio, l’intelligenza artificiale è in grado di supportare gli scienziati nella ricerca di nuove molecole adatte a essere utilizzate per specifiche patologie. In questo ambito industriale la mancanza di esperti di intelligenza artificiale rischia davvero di fare danno.

Perché sottolineiamo la necessità da parte delle aziende di fornire loro la giusta formazione? Semplice: perché questo non solo darebbe modo a loro di ricoprire i posti vacanti e quindi di guadagnare di più, ma perché riuscirebbe allo stesso tempo a migliorare la situazione di moltissimi lavoratori.

I junk bond approdano in Cina

Nel corso della decade degli anni Settanta, il Dow Jones Industrial Average riuscì a raggiungere quota ottocento punti, con poche offerte azionarie e molte compagnie indebitate che non avevano la possibilità di emettere titoli obbligazionari: questo voleva dire che le piccole e medie imprese avevano rare opportunità di accedere al capitale per finanziare la crescita dei loro business. Il successivo sviluppo dei cosiddetti junk bond (i “bond spazzatura”, per intenderci quelli maggiormente a rischio default) ha finito per trasformare questo stesso accesso a cui si è appena fatto riferimento, tanto che i bassi rating delle compagnie non impediscono le emissioni obbligazionarie.

Banco di Napoli: accordo sul credito con la Confesercenti

Il Banco di Napoli, istituto di credito che fa parte del vasto universo del gruppo Intesa Sanpaolo, ha deciso di affidarsi a una delle principali associazioni di consumatori per dar vita a una intesa finanziaria strategica: l’accordo in questione, infatti, è stato stipulato dalla banca campana e dalla Confesercenti di Brindisi, le quali sono intenzionate a migliorare e sviluppare l’accesso al credito. In pratica, i relativi servizi da erogare nei confronti degli iscritti devono essere aggiornati in maniera continua e costante, quindi non ci si deve stupire più di tanto se il progetto in questione si rivolge, in particolare, alle aziende e alle piccole e medie imprese, le quali potranno beneficiare di strumenti nuovi di zecca.

Banca Sella, una nuova linea di credito dalla Bei per le pmi

Banca Sella, uno dei nomi di punta per quel che concerne il nostro paese e le banche di stampo privato, non può che ringraziare la generosità dimostrata dalla Banca Europea per gli Investimenti (Bei): in effetti, è stata proprio l’istituzione finanziaria dell’Unione Europea a mettere a disposizione della spa biellese una nuova e sostanziosa linea di credito. Si tratta di ben settanta milioni di euro, somma di denaro che verrà utilizzata in maniera particolare per alcune iniziative della stessa banca e per dar vita a nuovi investimenti relativi alle piccole e medie imprese d’Italia. Il riferimento, in questo caso, va soprattutto a quei progetti che non sono ancora stati portati a compimento.