Il rame ha fatto registrare oggi un rallentamento che ha posto fine al rialzo raggiunto ieri, vale a dire il picco massimo da due settimane a questa parte (vedi anche Gli ultimi rialzi dei futures sul rame). Il motivo di una simile inversione di tendenza sta tutto nelle preoccupazioni per la crescita debole dell’economia cinese, visto che l’ex Impero Celeste rappresenta il maggior utilizzatore al mondo di questa commodity.
Rame
Investimento in commodity deludente nel primo trimestre 2013
Le materie prime (commodity) non si sono dimostrate un buon investimento nel primo trimestre del 2013, nonostante le premesse a inizio anno erano per un decisa ripresa di questa asset class grazie alle aspettative di forte rialzo dei mercati azionari. L’indice settoriale Dj-Ubs ha perso l’1,1%, evidenziando il risultato peggiore degli ultimi tre anni. Fa da contraltare il balzo di Wall Street, cresciuta quasi del 10% con gli indici azionari Dow Jones e S&P500 sui massimi storici. La correlazione positiva tra equity e commodity è terminata.
Gli ultimi rialzi dei futures sul rame
Il rame ha fatto registrare una performance positiva ieri a Londra, grazie soprattutto ai rialzi del settore manifatturiero e immobiliare degli Stati Uniti, secondo maggior acquirente al mondo per quel che concerne questo metallo (vedi anche Il manifatturiero Usa fa rallentare i futures sul rame). Gli ordini per i beni durevoli americani sono aumentati oltre le previsioni a febbraio, con una buona domanda per quel che concerne soprattutto le automobili. In aggiunta, l’indice sulle proprietà immobiliari (relativo a venti città) è cresciuto di oltre otto punti percentuali, il massimo dal giugno del 2006.
Previsioni metalli 2013 – 2015 Barclays
Barclays, una delle banche più importanti d’Europa, ha formulato una interessante panoramica previsionale sull’andamento futuro delle quotazioni dei metalli. Cominciando dall’oro, gli analisti della banca ricordano come il metallo giallo abbia beneficiato delle incertezze legate al piano di emergenza del governo di Cipro, e come le stime siano ora pari a 1.646 dollari/oncia nel 2013, considerato che gli elementi che nel recente passato hanno spinto i prezzi del metallo sembrano ora affievolirsi.
Commodity non più correlate con azionario nel 2013
Le materie prime sono un asset che negli ultimi 5 anni è andato a braccetto con l’andamento dei mercati azionari, tranne che per qualche breve fase di decorrelazione. Infatti, le commodity – dopo il boom di inizio Duemila – sono state sempre più inquadrate come un asset rischioso, da acquistare nei momenti di maggiore euforia sui mercati internazionali oppure nelle fasi di crescita economica. Questo connubio azionario-commodity è durato dal 2008 al 2012, anche se ciò non vuol dire che possa tornare in futuro.
Bank of Japan fa volare i futures sul rame
Il rame ha raggiunto i suoi massimi degli ultimi sette giorni a New York: Bank of Japan, istituto di credito centrale della nazione nipponica ha annunciato il prolungamento e l’ampliamento dei propri acquisti di assets finanziari (i cosiddetti “quantitative easing” per intenderci), in modo da favorire il sostegno alla crescita economica. Volendo essere ancora più precisi, i dirigenti della banca asiatica hanno optato per adottare un target di inflazione pari a due punti percentuali, con gli acquisti veri e propri che saranno fatti partire il prossimo anno. Tutti questi eventi non possono che avere delle ripercussioni sul metallo, in quanto il Giappone rappresenta il quarto maggior utilizzatore al mondo di rame.
Commodity migliori e peggiori del 2012
Nel 2012 le principali commodity hanno evidenziato rialzi modesti. Tuttavia, se si osserva l’andamento della media annuale della principale materia prima energetica mondiale e delle più importanti materie prime agricole ci troviamo dinanzi a rincari record. Il petrolio Brent ha chiuso il 2012 con un rialzo molto contenuto del 2,8%. Tuttavia, la quotazione del greggio del Mar del Nord ha mostrato una chiusura d’anno sopra 111 dollari al barile, ovvero la media annuale più alta di tutti i tempi. Inoltre, per il greggio europeo si tratta del quarto anno consecutivo di rincari.
Ultima settimana del 2012 in calo per i futures sul rame
Il rallentamento dei contratti futures sul rame di ieri ha interrotto i rialzi di questi strumenti finanziari che ormai duravano da una settimana: gli investitori, infatti, stanno aspettando con impazienza il riavvio delle trattative negli Stati Uniti per scongiurare il fiscal cliff. In aggiunta, è stato piuttosto influente anche l’ultimo aggiornamento sulla produzione cilena, in decisa crescita. Come se non bastasse l’Etf sul rame fisco che fa tanto discutere, ora ci si è messo questo ribasso dei derivati.
Il manifatturiero Usa fa rallentare i futures sul rame
Il rame ha fatto registrare il primo ribasso degli ultimi quattro giorni, dopo aver sfiorato, però, il livello più alto in assoluto delle ultime sei settimane: in particolare, la performance in questione è stata favorita dall’inattesa discesa del settore manifatturiero americano, un evento che ha provocato il declino anche di altri metalli, quali l’alluminio, lo zinco e il piombo. Due settimane fa, al contrario, i futures sul rame riuscirono a salire grazie a Cina e fiscal cliff. Stavolta, il contratto che è collegato alle spedizioni a tre mesi ha messo a segno una perdita di 0,5 punti percentuali, con la quotazione complessiva che si è attestata a 7,963 dollari la tonnellata presso il London Metal Exchange.
Ancora performance positive per i futures sul rame
Passano i mesi ma la situazione non cambia: se a fine settembre si era registrato un rialzo consistente per i futures sul rame, questi ultimi contratti sono risultati nel corso della giornata di ieri in crescita per il terzo giorno consecutivo. La propensione verso gli investimenti è sensibilmente migliorata grazie alla pubblicazione di un report ben preciso, il quale ha messo in luce come il settore manifatturiero della Cina abbia aumentato la propria produzione a ottobre per la prima volta dopo un intero trimestre. Di conseguenza, il Comex di New York ha evidenziato uno scambio dei futures in questione (spedizioni del prossimo mese di dicembre) a quota 3,541 dollari l’oncia, con un aumento complessivo di 0,65 punti percentuali.
Rialzo consistente per i futures sul rame
A inizio mese ci si chiedeva su quali commodity investire a settembre 2012: ebbene, a questa domanda si può rispondere con una valida risposta, ovvero quella che riguarda il rame, visto che il metallo in questione è riuscito a guadagnare terreno a New York sfruttando al massimo la speculazione collegata al rallentamento dei profitti per quel che concerne le compagnie industriali. È proprio questo dato, infatti, che dovrebbe costringere la Cina, maggior consumatore al mondo di rame, a introdurre nuove misure di stimolo.
I futures sul rame potrebbero aumentare anche nei prossimi giorni
I prezzi del rame, il quale è stato in grado di guadagnare fino ai suoi livelli massimi nel giro di appena una settimana, potrebbero salire fino a 4,20 dollari la libbra: si tratta di un picco piuttosto interessante e che, tra l’altro, non viene raggiunto dallo scorso mese di settembre, come messo in luce dall’analisi tecnica di Paul Kavanaugh, trader presso PfgBest. Questo vuol dire che il contratto future che fa riferimento alle spedizioni del prossimo mese di luglio è destinato a crescere di ben undici punti percentuali, un rialzo che sarà registrato nel caso in cui i prezzi del Comex di New York dovessero raggiungere il 50% dell’indice di Fibonacci, per un totale di 3,803 dollari, entro le prossime sessioni.
Il rame in deciso ribasso a New York e Londra
Il rame è sceso al suo livello più basso dallo scorso mese di dicembre: il metallo in questione ha risentito soprattutto della domanda in forte rallentamento dalla Cina, la quale rappresenta il maggior consumatore a livello mondiale. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che l’economia dell’ex Impero Celeste ha subito un declino piuttosto importante, vale a dire oltre otto punti percentuali nel corso del primo trimestre di quest’anno, come messo in luce opportunamente dal governo di Pechino. In aggiunta, anche il report relativo alla fiducia dei consumatori americani ha fatto la sua cattiva parte in questo caso. Secondo analisti e strateghi finanziari, l’economia cinese è stata più debole di quanto ci si aspettasse.
Gli investitori puntano sui rialzi del rame
Il rame e i suoi investimenti finanziari, quindi i contratti futures che vengono scambiati a livello internazionale, stanno beneficiando di una fase molto lunga di scommesse al rialzo (bullish): il rally in questione, infatti, dura da almeno quattro settimane consecutive e rappresenta il periodo più lungo in questo senso da quattro mesi a questa parte. Nello specifico, i rialzi sono stati favoriti dal rafforzamento delle manifatture che ha coinvolto sia la Cina che gli Stati Uniti, oltre al calo piuttosto consistente delle scorte in questione, a livelli che non venivano rilevati da ben due anni. Le contrattazioni di riferimento sono ovviamente quelle del London Metal Exchange.