E’ iniziato col passo giusto il 2010 nel nostro Paese per l’industria del risparmio gestito. In accordo con il consueto Rapporto mensile a cura di Assogestioni, infatti, il sistema dei Fondi il mese scorso ha fatto registrare una raccolta positiva per 260 milioni di euro, con i Fondi Hedge e quelli di Liquidità che hanno prestato il fianco ai riscatti, mentre portano il segno più davanti i Fondi Azionari, quelli Flessibili, i Bilanciati e gli Obbligazionari. La fotografia di fine mese di gennaio vede così i Fondi Flessibili detenere il 13,5% degli asset complessivi, mentre i Fondi Obbligazionari, con un patrimonio che ha superato i 164,5 miliardi di euro, rappresentano oltre un terzo del patrimonio complessivo detenuto dai Fondi. Luce verde per la raccolta a gennaio 2010 anche per i Fondi Bilanciati, che detengono una quota del 4% del patrimonio totale, mentre è del 3,4% per i Fondi Hedge che, dopo essersi riavvicinati alla parità, tra sottoscrizioni e riscatti, nello scorso mese di dicembre, a gennaio 2010 fanno nuovamente registrare sensibili deflussi con una raccolta netta negativa pari a 421 milioni di euro.
rendimenti
Etf tematico sulle energie alternative
Sul circuito di Borsa Italiana S.p.A. dove vengono negoziati gli Etf, ce ne sono alcuni che replicano indici e panieri di azioni del comparto delle fonti rinnovabili. Tra questi, c’è l’Etfx Daxglobal Alternative Energy Fund, con codice ISIN IE00B3CNHC86, appartenente alla classe degli Etf tematici. Lo strumento finanziario replica passivamente l’andamento, e quindi le performance, delle quindici più importanti società quotate al mondo che operano nel settore delle energie alternative, ovverosia il gas naturale, il solare, l’eolico, ma anche l’idroenergetico ed il geotermico. La scelta dei titoli, in termini numerici, è equamente distribuita per ognuno dei settori citati; l’Etfx Daxglobal Alternative Energy Fund è emesso da Etfs Fund Company Plc, ha una commissione di gestione annua totale dello 0,65% e nessuna commissione di ingresso, uscita o di performance.
Lyxor Etf World Water: puntare sul settore idrico mondiale
Più gli anni passano, e più l’acqua diventa un bene sempre più prezioso ma anche più caro, al punto che le attività legate alla gestione dei business legati ai servizi idrici sono diventate sia fiorenti, sia redditizie per chi vi opera. Ebbene, grazie a strumenti finanziari innovativi come gli Etf è possibile puntare anche sul business dell’acqua ed in particolare su un paniere di titoli guida che operano nel comparto. Un Etf di questo tipo è stato emesso da Lyxor International Asset Management S.A., e si chiama Lyxor Etf World Water; il titolo ha come codice ISIN FR0010527275, è armonizzato, ha una commissione annua di gestione totale dello 0,60%, ed è quotato sul circuito di Borsa Italiana S.p.A. dove questi strumenti finanziari vengono negoziati. Per l’acquisto e per la vendita sul mercato dell’Etf Lyxor Etf World Water non sono previste commissioni aggiuntive, di performance, di ingresso o di uscita, eccetto la commissione richiesta per la negoziazione dalla propria banca.
Buoni fruttiferi: nuove serie febbraio 2010
Per il corrente mese di febbraio 2010 la Cdp, Cassa Depositi e Prestiti, ha comunicato le nuove serie di Buoni Fruttiferi Postali che vanno a sostituire le seguenti serie che, quindi, non sono più sottoscrivibili: “16J”, “M43”, “B63”, “D01”, “I48” e “P28”. Queste invece sono le nuove serie di Buoni Fruttiferi Postali che possono essere sottoscritte per il mese corrente: “D02”, “B64”, “M44”, “I49”, “16K” e “P29”. Tra le nuove emissioni di Buoni Fruttiferi Postali della Cassa Depositi e Prestiti segnaliamo quella della Serie che porta la sigla “I49”: trattasi, nello specifico, di un Buono Fruttifero Postale che ha una durata decennale e che è indicizzato all’inflazione Italiana. Questo significa che il Buono si rivaluta in funzione dell’andamento dell’indice del costo della vita; nello specifico, l’indicizzazione avviene in funzione del “FOI“, l’Indice di Famiglie di Operai e Impiegati che viene calcolato dall’Istat, l’Istituto Nazionale di Statistica.
Bper: prestito obbligazionario convertibile, i dettagli
E’ pari a 248.063.490 euro l’ammontare massimo relativo al prestito obbligazionario Bper 4% subordinato convertibile con facoltà di rimborso in azioni. Dopo aver ricevuto il nulla osta alla pubblicazione del prospetto informativo, infatti, la Banca Popolare dell’Emilia Romagna, a seguito di un Consiglio di Amministrazione, ha fissato i dettagli relativi all’emissione del prestito obbligazionario. In particolare, le obbligazioni potranno essere sottoscritte in ragione di un’obbligazione convertibile per ogni 11 diritti di opzione posseduti; il periodo d’offerta parte lunedì prossimo, 1 febbraio 2010, per concludersi il 5 marzo, mentre i diritti di opzione potranno essere negoziati sul Mercato Telematico Azionario (MTA) dall’1 febbraio e fino al 26 febbraio 2010. Il tasso di interesse offerto dal prestito obbligazionario Bper 4% subordinato convertibile con facoltà di rimborso in azioni è stato fissato al 4% fisso annuo lordo del valore nominale delle obbligazioni, pari a 10 euro, tenendo conto sia delle caratteristiche dei titoli stessi, e del prezzo di conversione, sia delle attuali condizioni di mercato.
Bper: prestito obbligazionario convertibile, via libera Consob
Partirà l’1 febbraio prossimo, per concludersi poi il 5 marzo del 2010, l’offerta relativa al prestito obbligazionario convertibile Bper 2010-2015; a darne notizia è la stessa Banca Popolare dell’Emilia Romagna dopo aver acquisito, da parte dell’Organo di vigilanza, la Consob, il via libera alla pubblicazione del relativo prospetto informativo. I diritti di opzione saranno negoziati sull’MTA, il Mercato Telematico Azionario gestito da Borsa Italiana S.p.A., a partire da lunedì prossimo, 1 febbraio 2010, e fino al 26 dello stesso mese. Trattasi, nello specifico, di un’offerta di obbligazioni convertibili Bper con facoltà di rimborso in azioni per un controvalore massimo complessivo pari a 250 milioni di euro. In merito, la Bper ha già ottenuto, con provvedimento del 25 gennaio scorso, a cura di Borsa Italiana S.p.A., l’ammissione a quotazione delle obbligazioni subordinate convertibili sia a seguito della imminente pubblicazione del prospetto informativo, sia dopo l’espletamento di tutte le formalità necessarie e previste dall’attuale normativa in vigore.
Titoli di Stato: Bot a sei mesi, rendono sempre meno
Continua ad essere poco profittevole l’investimento in titoli di Stato a breve termine, ed in particolare in Buoni Ordinari del Tesoro (Bot) a sei mesi; nell’asta odierna, disposta dal Mef, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, infatti, i rendimenti del Bot semestrale, collocato sul mercato per un importo pari a ben 9,5 miliardi di euro, si sono attestati in calo allo 0,559% lordo. Tolte le tasse, con l’aliquota al 12,5%, e le commissioni bancarie, il rendimento netto conseguito dall’investitore è praticamente vicino allo zero; per fortuna, tra l’altro, un recente Decreto del Mef impone che, nel caso in cui le commissioni bancarie dovessero far scendere sotto lo zero il rendimento, queste per Legge dovranno essere abbassate. In sostanza, quindi, il Bot a sei mesi resta in tutto e per tutto uno strumento di investimento per il parcheggio della liquidità ma a fronte di un rendimento tanto irrisorio quanto risibile.
Libretti postali: i tassi annui lordi in vigore
Quali sono i tassi annui lordi in vigore sui libretti del risparmio postale? Ebbene, innanzitutto occorre far presente che il tasso annuo lordo offerto dai libretti postali dipende dalla loro tipologia; complessivamente, sono cinque i libretti di risparmio postale sottoscrivibili. Quelli più comuni sono i libretti postali nominativi ed al portatore: ebbene, questi ultimi offrono attualmente un rendimento annuo lordo dello 0,75%, mentre i libretti postali nominativi sono di due tipi. Una tipologia è rappresentata dai libretti di risparmio “Nominativi Ordinari Giallo“, il cui rendimento annuo lordo è anche in questo caso pari allo 0,75%, mentre i libretti di risparmio “Nominativi Ordinari Oro” offrono un tasso annuo lordo dell’1,25%.
Buoni fruttiferi BFPPremia: durata fino a sette anni
Per chi vuole puntare sui mercati azionari, ma nello stesso tempo preservando il capitale, e garantendosi un rendimento minimo, attraverso Poste Italiane è possibile sottoscrivere, per importi minimi pari a 250 euro, con sottoscrizione in forma dematerializzata, i Buoni fruttiferi BFPPremia, che hanno una durata fino a sette anni ed un rendimento che in parte è fisso, ed in parte, se conseguito, variabile in funzione dell’andamento e della eventuale rivalutazione del mercato azionario europeo. I Buoni fruttiferi BFPPremia, infatti, offrono un rendimento fisso garantito e, annualmente, degli interessi aggiuntivi, ovverosia un premio di rendimento, a partire dalla fine del secondo anno del Buono in funzione dell’andamento dell‘indice azionario Dow Jones Euro Stoxx 50.
Ctz e Bot semestrali: asta 26 gennaio 2010
E’ fissata per martedì prossimo, 26 gennaio 2010, un’asta di Buoni Ordinari del Tesoro (Bot) semestrali disposta dal Mef, il Ministero dell’Economia e delle Finanze; trattasi, nello specifico, dei Bot 30.07.2010, con scadenza a 182 giorni, offerti per un ammontare pari a 9,5 miliardi di euro e con data di regolamento fissata per venerdì 29 gennaio 2010. L’asta, in accordo con quanto precisa il Ministero dell’Economia e delle Finanze, è stata disposta in concomitanza con Buoni Ordinari del Tesoro in scadenza per il 29 gennaio 2010 e per un ammontare pari a 10,302 miliardi di euro. Come al solito, i risparmiatori possono prenotare i Buoni in asta per importi pari a minimo 1.000 euro o multipli di 1.000 euro. Per quanto riguarda l’ammontare di Buoni Ordinari del Tesoro in circolazione, il Mef ha reso noto che, alla data dello scorso 15 gennaio 2010, c’erano in circolazione Bot per un ammontare pari a 153.597,638 milioni di euro, dei quali 88.299,595 milioni di euro con scadenza ad un anno, 61.798,043 milioni di euro a sei mesi e 3.500 milioni di euro con scadenza a tre mesi.
Fondi Comuni di Investimento: Tavolo Tecnico interassociativo
Le Associazioni che rappresentano l’industria dei Fondi Comuni di Investimento, ed in particolare gli operatori di mercato, hanno avviato in data odierna, venerdì 22 gennaio 2010, un Tavolo Tecnico interassociativo finalizzato ad dare attuazione ad un piano di lavoro così come delineato in un documento, pubblicato da parte della Banca d’Italia e della Consob, riguardante il rapporto conclusivo sulla valutazione di fattibilità della dematerializzazione delle quote dei Fondi Comuni. A darne notizia è l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, spiegando che, in particolare, il Tavolo Tecnico interassociativo sarà chiamato, con il gruppo di lavoro, ad attuare, per l’industria dei Fondi, una standardizzazione dei processi nell’industria ma anche la standardizzazione dei linguaggi; la messa a punto della standardizzazione è attesa per la prossima estate, dopodiché, entro la fine del 2011, si procederà alla relativa implementazione.
Risparmio gestito: Azimut, record utile netto 2009
L’11 marzo prossimo il Consiglio di Amministrazione di Azimut si riunirà per esaminare i dati definitivi dell’intero esercizio 2009, ma intanto il Gruppo Italiano indipendente, operante nel risparmio gestito, ha fornito le prime anticipazioni sui risultati raggiunti lo scorso anno, annunciando in particolare il raggiungimento dell’utile netto consolidato più alto della sua storia; la previsione, infatti, è compresa all’interno della fascia di 113-118 milioni di euro di utili netti consolidati a fronte di ricavi totali consolidati che, allo stesso modo, si attestano nella fascia dei 328-344 milioni di euro, ovverosia in netto rialzo rispetto ai 256,3 milioni di euro del 2008. La percentuale di incremento più elevata è proprio quella dell’utile netto consolidato che, considerando il limite più basso della fascia previsionale, registra un +169% rispetto ad un utile netto consolidato di 42 milioni di euro registrato nel 2008.
Pronti contro termine CheBanca! a due, quattro e otto mesi
CheBanca!, la banca per le famiglie del Gruppo Mediobanca, da qualche tempo, oltre alla possibilità di sottoscrivere il Conto Deposito, con un tasso base attualmente offerto all’1% lordo sulle giacenze non vincolate, offre anche l’opportunità di ottenere una remunerazione più elevata dalla propria liquidità attraverso l’investimento in pronti contro termine. Quella in pronti contro termine è un’operazione rientrante tra quelle a basso rischio che prevede l’acquisto di un determinato quantitativo di Titoli di Stato o di Obbligazioni Mediobanca che poi a scadenza, a fronte della retrocessione di un tasso fisso e certo a favore dell’investitore, saranno riacquistate da CheBanca!. In particolare, la remunerazione offerta all’investitore deriva dalla differenza di prezzo tra quello di acquisto del pronti contro termine e quello di riacquisto da parte di CheBanca!.
Investimenti immobiliari a Milano
L’anno che ci siamo lasciati alle spalle è stato difficile anche nel nostro Paese per quel che riguarda il mercato immobiliare; le quotazioni, in media, sono scese, anche se non con percentuali ampie registrate in Paesi come il Regno Unito e l’America. Allo stesso modo i tempi di compravendita si sono dilatati, ma in ogni caso anche il 2009 è stato un anno di buoni affari per il mattone specie per gli immobili in grado di generare reddito, ovverosia quelli ben serviti dai mezzi pubblici, nelle aree centrali, ed in generale per gli immobili di pregio che nonostante la crisi si sono rivalutati, mentre hanno prestato il fianco al calo delle quotazioni e della domanda le case situate nelle zone semicentrali e periferiche unitamente a quelle sotto il livello dei 200-300 mila euro. In barba alla crisi, ad esempio, a Milano i prezzi hanno fatto registrare una crescita media dell’8,6% con valori al metro quadro pari a 3.834 euro, ovverosia oltre 300 euro in più a metro quadro rispetto al 2008.