Il Credito Emiliano (Credem) ha messo in luce la propria volontà di far partire il programma relativo all’acquisto di azioni proprie, quello che viene solitamente definito in lingua inglese come “buyback”: l’istituto di credito di Reggio Emilia non ha fatto altro che dare esecuzione effettiva a una delibera che era stata adottata dalla propria assemblea ordinaria lo scorso 27 aprile, con la stessa data che è un riferimento importante per quel che concerne le comunicazioni al mercato. Come è stato strutturato e dettaglio questo specifico programma di acquisto? Anzitutto, come avviene in questi casi, sono state rispettate le disposizioni contenute nell’articolo 144 bis di una delibera della Consob (Commissione Nazionale di Società e di Borsa), la 11971 del 1999.
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Amgen vende tre miliardi di dollari in obbligazioni
Amgen Inc., principale azienda al mondo per quel che concerne la biotecnologia, si rivolge al segmento obbligazionario per riuscire a finanziare il proprio debito: in effetti, la società di Thousand Oaks è pronta vendere ben tre miliardi di dollari in titoli obbligazionari, con scadenze piuttosto diversificate, vale a dire cinque, dieci e trentuno anni, il tutto con l’intento già precisato, oltre a quello di riacquistare azioni proprie e i dividendi trimestrali. Non c’è comunque molta sorpresa tra gli addetti ai lavori, visto che già ad aprile la compagnia californiana aveva annunciato di voler avviare il versamento del primo dividendo. Tra l’altro, i titoli azionari hanno fatto registrare un rialzo di ventisette punti percentuali dal 2005 ad oggi, mentre i rendimenti dei bond sono calati fino all’attuale 3,69%, secondo quanto rilevato da Bank of America Merrill Lynch.
Ibm si focalizza sulla vendita di titoli a tre anni
Titoli legati alla cedola triennale più bassa di quest’anno e un importo complessivo di un miliardo di dollari: è questa in sintesi l’offerta di Ibm Corporation, la celebre compagnia informatica americana che aveva comunque provveduto ad aumentare il proprio dividendo e il programma relativo al riacquisto di azioni. Il colosso di Armonk punterà ora su degli strumenti finanziari che beneficeranno di un ritorno economico pari all’1,25%, trentasette punti base al di sopra dei medesimi prodotti messi a disposizione dal Tesoro a stelle e strisce. La cedola in questione, inoltre, è molto simile a quella proposta di recente da Colgate-Palmolive, anche se in quel caso la cessione aveva previsto un ammontare inferiore. Big Blue intende pianificare una vendita di circa venti miliardi di dollari per quel che concerne i dividendi, mentre altri cinquanta miliardi verranno sborsati nei prossimi quattro anni in relazione alle azioni proprie, decisioni che sono emerse con chiarezza dal meeting con gli investitori di un mese e mezzo fa.
Wells Fargo torna a quotare titoli decennali in dollari
Wells Fargo vanta sicuramente un importante primato negli Stati Uniti, vale a dire quello di principale istituto per quel che concerne i prestiti immobiliari; eppure erano quasi quattro anni che la stessa compagnia di San Francisco non emetteva titoli con scadenza a dieci anni e che beneficiavano della denominazione in dollari. L’attesa è comunque finita e il lancio dei prodotti in questione è stato reso possibile dall’annuncio di un dividendo speciale relativo al primo trimestre del 2011, oltre ad alcuni riacquisti di azioni proprie. Di cosa si tratta esattamente? La banca statunitense ha provveduto a emettere titoli obbligazionari per un importo totale di 2,5 miliardi di dollari e con un rendimento pari al 4,6%; dunque, la scadenza sopraggiungerà nel mese di aprile del 2021, mentre il ritorno economico appena menzionato supera di 130 punti base quello degli stessi strumenti emessi dal Tesoro.
Verizon autorizza il buy-back di cento milioni di azioni
Verizon Communications, uno dei più importanti fornitori di banda larga all’interno degli Stati Uniti, ha annunciato l’autorizzazione al buy-back (riacquisto di azioni proprie) di più di cento milioni di titoli: questa operazione finanziaria dovrebbe consentire alla compagnia newyorkese di restituire denaro cash agli investitori, soprattutto alla luce della forte domanda di smartphone che ha fatto lievitare i guadagni. Un simile riacquisto dell’ammontare totale vuole sottintendere una quota del 3,6% per quel che concerne le azioni che non sono state ancora pagate e verrà a costare circa 3,62 miliardi di dollari, con il prezzo di chiusura di ieri come principale riferimento.