Turchia: le banche islamiche sono pronte a quotare i loro sukuk

È la finanza islamica a dominare le ultime vendite obbligazionarie della Turchia: le banche che sono conformi alla legge della Sharia e che sono presenti nella nazione anatolica sono infatti pronte a emettere una buona quantità di sukuk, in modo da trarre il massimo vantaggio dai bassi costi relativi all’indebitamento, soprattutto per quel che riguarda le scadenze superiori ai cinque anni. I nomi degli istituti coinvolti sono quelli di Albaraka Türk, Türkiye Finans e Kuveyt Türk, tutte partecipate da prestatori del Golfo Persico e che provvederanno a completare l’operazione entro la fine di quest’anno. Nell’esaminare tale offerta, comunque, bisogna anche tenere conto che gli investimenti esteri nei titoli del governo di Ankara sono saliti fino a quota 39,7 miliardi di dollari lo scorso 1° aprile, il livello più alto degli ultimi sei anni.

Sukuk: i rendimenti di Dubai in recupero su Kuala Lumpur

Il confronto finanziario tra Dubai e Kuala Lumpur ha messo in luce un risultato piuttosto particolare, visto che il piccolo emirato arabo sta ottenendo dei successi importanti nella ristrutturazione del proprio debito: la domanda di rendimenti extra da parte degli investitori per detenere i bond di Dubai denominati in dollari è stata rivolta nei confronti di un ritorno economico pari al 6,39%, una percentuale di gran lunga superiore rispetto ai sukuk malesi (3,93%), i quali sono calati di ben 251 punti base nel corso delle ultime contrattazioni, facendo registrare un vero e proprio record negativo. Il gap in questione è ora pari a 55 punti, anche perché Dubai World, la principale holding finanziaria di proprietà statale, ha firmato un accordo fondamentale con i propri creditori per modificare i termini relativi ai circa venticinque miliardi di dollari di debito.

Malesia, ottimo rally mensile dei sukuk

Il rally di cui sono protagonisti i bond sovrani della Malesia dura ormai da un mese esatto: i titoli della nazione asiatica rappresentano dunque un vanto nell’ambito della finanza islamica, visto che sono proprio essi ad aprire la strada alle quotazioni dei prodotti conformi alla legge della Shariah. Il rendimento proposto dal governo di Kuala Lumpur è pari al 3,92% e il sukuk in questione scadrà a giugno del 2015. Questa fenomenale e prolungata ripresa finanziaria è stata favorita soprattutto dalla crisi del debito che ancora funesta il continente europeo, oltre che dal nuovo vigore assunto da quello di Dubai, due fattori che hanno consentito una nuova emissione di azioni che vengono incontro ai dettami dell’Islam in merito ai tassi di interesse.

I bond islamici surclassano ancora i titoli dei mercati emergenti

Islam batte emergenti due a zero: si potrebbe riassumere in questo modo, con termini calcistici, l’ottimo momento che stanno vivendo le obbligazioni islamiche (i cosiddetti “Sukuk”), capaci di superare il debito dei principali mercati emergenti per il secondo mese consecutivo, una “vittoria” agevolata sicuramente dalle nuove vendite di tali titoli, dal potenziamento di spesa da parte della Malesia e dalla ritrovata fiducia economica nel Golfo Persico. Gli strumenti finanziari conformi alla legge della Shariah hanno reso l’1,2% nel corso di questo mese di dicembre, così come è emerso in maniera netta dalle rilevazioni dell’indice Hsbc/Nasdaq Dubai Us Dollar Sukuk, mentre i bond collegati alle regioni in via di sviluppo sono calati di 0,7 punti percentuali.

Dubai: rally dei bond islamici grazie ai progetti per Qatar 2022

È un vero e proprio boom quello di cui sono stati protagonisti i bond islamici di Dubai nel corso di questa settimana: i Sukuk del Golfo Persico (i certificati di investimento che sono conformi alla legge della Sharia) hanno infatti arginato le perdite accumulate negli ultimi dieci mesi, visto che Standard & Poor’s ha provveduto a rivedere l’outlook di DP World, alla luce dell’ultima trionfale candidatura del Qatar in qualità di paese organizzatore della coppa del mondo di calcio nel 2022. I rendimenti medi di tali prodotti hanno comunque ceduto lo 0,13% ieri, ma le altre stime sono piuttosto incoraggianti: i bond di DP World renderanno il 6,25% in relazione alla scadenza di luglio 2017, mentre si è anche assistito a una interessante crescita da parte dei Sukuk venduti dal governo indonesiano e da quello malese.