Ungheria ed Europa dell’est: quanto sono sicuri i titoli di Stato?

easternEuropeLa crisi economica che per il momento ha soltanto sfiorato l’Ungheria dovrebbe rappresentare il pretesto per comprendere quanto siano gravi attualmente le emergenze rappresentate dai debiti pubblici e privati a livello internazionale: gli Stati Uniti sono ovviamente la nazione più significativa in questo senso, se si pensa che quasi la metà delle obbligazioni governative che sono state finora emesse nel corso del 2010 sono a stelle e strisce, uno scenario che deve essere ricollegato alle difficoltà vissute dagli stati dell’Europa dell’est. La tendenza al default di gran parte di questa area era evidente già nel 2009, visto che erano stati stimati in tempi non sospetti 1.700 miliardi di dollari di debiti all’estero, un serio problema per quel che concerne i principali istituti di credito dell’Unione Europea.

 

L’Austria e la Germania sono le nazioni che detengono le maggiori quote di tale debito, ma è una situazione che riguarda da vicino anche l’Italia; in effetti, i rischi erano stati avvertiti dalla Banca d’Italia e si è parlato sempre lo scorso anno di 150 miliardi di euro di bond dei paesi dell’est Europa nelle mani delle nostre banche. I rischi non devono dunque essere sottovalutati in alcun modo: il governo di Budapest ha già deciso di tagliare le spese per risollevare le proprie condizioni finanziarie, ma le esportazioni ungheresi riguardano in massima parte l’area dell’euro e non c’è da rimanere allegri nemmeno per quel che concerne la Romania e la Lettonia.

 

Situazioni così critiche non possono che avere effetti negativi sulle quotazioni dei bond in questione, e, in aggiunta, rimane una chimera persino il rifinanziamento. L’ultimo rapporto stilato dall’Ocse illustra ancora più chiaramente la questione; le maggiori banche statunitensi vantano un leverage massimo di 17, mentre nel caso dell’Europa si arriva anche a 49, vale a dire un indebitamento più alto e un’influenza più forte da parte dei mercati.

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