Lo Yemen punta sui bond per i progetti infrastrutturali

Lo Yemen, nazione asiatica di cui si sente spesso parlare per la propria povertà e purtroppo per i recentissimi disordini politici, sta pianificando tra mille difficoltà la propria emissione di bond islamici: l’intenzione è quella di finanziare in maniera adeguata i principali progetti del governo di Sana’a, come confermato da Mohamed Awad Bin Humam, governatore della banca centrale. Vi sarà quindi una stretta collaborazione con il ministero locale delle Finanze, in modo da lanciare sul mercato un prodotto importante e soprattutto in tempi rapidi. Gli esecutivi asiatici e mediorientali si stanno rivolgendo con sempre maggiore convinzione agli investitori locali in sukuk, dato che i progetti infrastrutturali sono divenuti una priorità importante.
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Tra l’altro, bisogna anche tenere conto del fatto che i prestatori europei hanno ridotto le loro esposizioni estere in questa regione, a causa della crisi del debito sovrano. Di conseguenza, le quotazioni di sukuk, sono cresciute di ben 64,5 punti percentuali nel giro di un solo anno, attestandosi a quota 84,5 miliardi di dollari. Gli ultimi titoli obbligazionaria garantiti dallo Yemen risalgono all’inizio del 2011, quando si puntò su un importo non molto elevato, mentre in questa occasione lo stesso governatore si è rifiutato di elaborare le dimensioni e la tempistica della vendita.

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Secondo il parere di Bin Humam, le riserve estere del paese arabo non superano i 4,6 miliardi di dollari, ben al di sotto dei quasi sei miliardi che erano risultati nel corso del mese di dicembre: gran parte del denaro è stato utilizzato per finanziare dei prodotti petroliferi, ma anche per i servizi governativi e per l’acquisto di commodities agricole come grano, farina e zucchero. Il presidente uscente Ali Abdullah Saleh rassegnerà il proprio potere nel corso della prossima settimana, dopo aver siglato un apposito accordo, mentre il vicepresidente Mansur Hadi potrebbe essere destinato a stravincere la prossima tornata elettorale.